Nel cuore del Salento, in territorio di Supersano, si cela un altro scrigno di arte e storia di questo territorio: la cripta della Beata Vergine di Coelimanna. Dovrebbe risalire al XIII secolo, periodo a cui sono riferibili i suoi affreschi più antichi. È una delle poche chiese rupestri non ipogee presenti in Salento, essendo stata ricavata scavando nel costone tufaceo della serra di Supersano.
Si accede attraverso una piccola porta, larga circa un metro. Ha una distribuzione degli spazi interni che rievoca il disegno delle prime basiliche paleocristiane.
Sono presenti due altari, di cui uno è situato di fronte all’ingresso (foto sopra) e un altro, in stile barocco, è posizionato nell’ambiente interno e accoglie un affresco bizantino della Madonna.
Nel primo ambiente si trova il ciclo iconografico più antico (XIII secolo) e si riscontrano San Giovanni Battista, San Nicola di Myra, un santo anonimo, un Cristo in trono, i santi Andrea e Michele, Santo Stefano, un Santo Vescovo, una Vergine con Bambino, una Vergine in trono con Bambino e la Madonna della Misericordia. Nel secondo ambiente si conservano i dipinti più recenti, fra cui un San Lorenzo, eseguiti con colori a calce tra il XVI e l’inizio del XVIII secolo.
Da qui, in prospettiva, la visione dall’interno della sala successiva, nel cui mezzo si trova l’altro altare.
Il disegno della struttura è vagamente rettangolare, è diviso da due pilastri di diversa forma e dimensione, sui quali è impostato un arco. Misura 7,5 metri di larghezza e 15 metri di lunghezza. Il pavimento è in terra battuta con alcune tracce di cocciopesto; il soffitto è disposto in una doppia altezza: più basso nella zona di ingresso, più alto nella zona interna ricavata successivamente.
L’origine del nome Coelimanna pare ci riporti alla “manna” estratta nel tardo Medioevo da qualche varietà di Fraxinus ornus, pianta ancora esistente nella zona.
Sono visibili resti di sedili, di nicchie e nella zona d’imbocco di un cunicolo, resti di un fonte battesimale, il tutto ricavato dalla sapiente opera dello scavo della roccia.
Particolare cura fu data alle decorazioni secondarie, che colmano tutte le pareti, da cui traspare tutta la devozione degli artisti.
Il soffitto era interamente decorato con un cielo di stelle…
In questa piccola nicchia si nota anche un soggetto curioso, che nulla sembra avere a che fare col sacro…
Qui sopra, il cunicolo che si citava prima…
Il monumento da diversi anni non è più visitabile (queste foto sono datate): dei crolli hanno reso inagibile, per motivi di sicurezza, la cripta. Volevo però riportarne la memoria sul web, per lanciare un grido di allarme: la chiesa ha bisogno di essere salvata, e necessita di un urgente lavoro di conservazione e restauro. Per non perdere questo scrigno della memoria del Salento, per le future generazioni.
(fonte la pagina di Wikipedia)
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