La cripta della Favana è una delle più suggestive realtà rupestri di Terra d’Otranto, non è l’unico ipogeo del piccolo centro salentino (vedi qui) ma è senz’altro il più importante. Risale ai secoli XI-XII, nel periodo di massima fioritura di queste splendide chiese rupestri, quando la Terra d’Otranto parlava ancora greco bizantino.
Custodisce un’incantevole ciclo di affreschi, di magnifica fattura, ma che purtroppo si stanno deteriorando. Risalgono ai secoli IV-XV.
Qualche secolo dopo sorse il convento francescano, dal cui spiazzo oggi si accede alla cripta…
…attraverso una ripida gradinata ricavata dalla roccia.
Il tempio è ad unica camera, rettangolare…
…nella cui parte sacra spicca una grande rappresentazione della Trinità, con Dio Padre che sorregge il Figlio sulla croce…
…ai lati, si trovano sulla sinistra San Giovanni Battista…
…e sulla destra San Giovanni Evangelista.
Sulle pareti lo spettacolo visivo che doveva essere un tempo si può ben immaginare: qui vediamo la scena in cui si ricorda la trasmissione delle stimmate dal Cristo a San Francesco d’Assisi…
… la scena è resa con grande potenza visionaria… Gesù è in cielo con la sua croce, sovrastando una chiesa…
…più in basso, il santo è folgorato dal suo amore.
Qui vediamo Sant’Antonio da Padova.
E qui sopra, Santo Stefano, il primo martire della cristianità.
Una Madonna con Bambino.
Sant’Antonio abate.
L’Arcangelo Michele mentre trafigge il demonio.
E qui, Gesù si trova in mezzo fra i santi Pietro e Paolo…
…una scena carica di fede, col Cristo accompagnato dai suoi massimi discepoli degli inizi…
A dir poco incantevole è questa Madonna che allatta il Bambino!
Il soffitto è stato scavato piano e reca una grande immagine del Cristo Pantocratore attorniato da quattro angeli e dai simboli dei quattro Evangelisti… in un cielo azzurro e ricolmo di stelle, che nei tempi in cui fu affrescato doveva rifulgere di colori meravigliosi!
L’espressione del Cristo Pantocratore è intensissima… ci ritornano in mente come non mai le considerazioni del grande Umberto Eco quando sottolineava come Gesù, nel racconto dei Vangeli, non sorridesse mai.
La denominazione di questa chiesa rupestre, intitolata alla Madonna della Favana, nella tradizione è legata alla malattia del favismo: frotte di fedeli si sarebbero sin qui diretti nei secoli per chiedere la grazia contro questo grave male. In realtà, potrebbe essere anche una derivazione settecentesca che ci riporta al proprietario del fondo su cui era l’ipogeo, un certo signor Favale.
La presenza di santi appartenenti al culto orientale e occidentale, oltre alle scritte in greco e in latino, esprime l’intreccio culturale che ha contraddistinto la storia di questo insediamento rupestre.
Scendendo le scale dell’accesso, sulla sinistra si apre un vano…
…certamente dedicato all’officiante, per la preparazione del rito.
Un luogo che lascia incantato ogni visitatore!
(Grazie all’amico Flavio Vetrano per le notizie sulla cripta)
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