CASTELLANETA, in provincia di Taranto, è una città conosciuta per la sua propaggine marina, ma il suo centro storico è situato sulla rupe di una splendida gravina alta più di 100 metri! Anche in questo territorio carsico, dove i fiumi hanno scavato profondi canyon in milioni di anni, esistono cavità e grotte naturali. A valle queste grotte naturali non esistono e gli insediamenti
rupestri sono stati realizzati artificialmente dall’uomo.
E’ il caso della Chiesa di S. Maria Mater Christi, un ipogeo rupestre situato poco a Sud dell’abitato di Castellaneta, in contrada Palma, quasi di fronte alla chiesetta seicentesca nota come santuario di Mater Christi, ed è situato in posizione isolata in un’area pianeggiante, non lontano dalla Gravina di Coriglione e dall’insediamento rupestre di S. Maria di Costantinopoli. L’ingresso rettangolare, sormontato da una lunetta e fiancheggiato da due semicolonne, è preceduto da un corridoio in discesa o dromos.
Il luogo di culto è stato datato, in base ad analoghi esempi dell’area ionica, con confronti anche in Siria, al IX secolo d.C. L’interno si presenta come un ambiente quadrangolare suddiviso in tre navate da quattro pilastri, che determinano una pianta a croce greca iscritta in un quadrilatero.
Il soffitto della chiesa, presenta una piccola cupoletta dipinta nella navata centrale presso l’ingresso, infatti la chiesa era decorata da pochi affreschi, di cui restano labili tracce, e da decorazioni incise di tradizione romanica, visibili nella navata destra.
Il presbiterio, orientato ad Est, è rialzato di due gradini rispetto all’aula, ed è caratterizzato da un’abside centrale semicircolare, fiancheggiata da due nicchie di piccole dimensioni e dotata di altare alla latina (cioè addossato alla parete), e da due analoghe absidi laterali con lo stesso tipo altare.
La navatella sull’altare centrale presenta una copertura a capanna, mentre quella a destra ha una crociera di travature ad imitazione di quelle lignee, che continuano anche sui pilastri.
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