Le gravine dell’arco jonico tarantino sono ognuna una scoperta, tutte belle per le proprie peculiarità, sempre e comunque sorprendenti. Una di queste la scopriamo su questa pagina e si trova in agro di Grottaglie, denominata “di Riggio”, custodisce un panorama completo di ciò che era la vita e l’arte in questi canjon verdi che ricoprono questo angolo incontaminato di Puglia.Un’escursione richiede abbigliamento adatto, tempo a disposizione e tanto rispetto per la natura e i luoghi, che rientrano comunque in proprietà privata. Ma la gita non deluderà!
Antichi fiumi preistorici, i percorsi di queste gravine sembrano enormi serpenti che si snodano in queste lande, e la gravina di Riggio non fa eccezione. Anzi, è ancora più tortuosa delle altre…
Ad osservare bene le rocce delle pareti della gravina, subito saltano agli occhi le miriadi di fossili incastonate nel banco roccioso…
Da entrambi i lati della gravina si aprono svariate cavità, in parte naturali ed in parte lavorate dall’uomo, che, a partire dall’alto Medioevo prese in pianta stabile ad abitare qui, costruendo intere cittadine di pietra. La fine dell’Impero Romano, l’insicurezza delle città costiere e la crisi economica spinse le genti a ritirarsi in questi grandi canjon selvaggi, in parte frequentati comunque già dalla Preistoria, dando vita a quella che il Fonseca definì la Civiltà Rupestre.
In questo luogo si verifica per quasi tutto l’anno la formazione di una cascata, l’unica in Puglia, che si getta da un’altezza di circa 15 metri. Uno spettacolo veramente suggestivo.
Addentrandosi sempre più all’interno, il panorama si va facendo sempre più aspro…
E’ qui che si notano affacciarsi a strapiombo sulla gravina delle finestrelle che hanno tutta l’aria d’essere stati il cenobio dei monaci della zona…
Una scalinata perfettamente scavata nella roccia ci invita ad entrare in un ambiente molto particolare…
Una nicchietta sulla parete destra, che forse serviva a poggiare un lume, oppure a far presa con la mano, scendendo l’ultima parte di questa ripida discesa, ci porta alla fine di questo corridoio…
…ma non prima di notare questa croce ricavata nella roccia…
E’ qui che scopriamo un altro di quegli ambienti che abbiamo ritrovato in giro per il Salento. Vani ricavati nella roccia, interamente scolpiti a cellette. In questo caso molto probabilmente l’allevamento dei colombi del villaggio, di cui gli abitanti sfruttavano ogni cosa, la carne, le uova, persino il guano.
E’ un ambiente diviso in più cavità…
Fra le innumerevoli piante spontanee che crescono in gravina, quella più caratteristica resta il cappero, il cui fiore è molto appariscente…
Ogni vano scavato nel banco roccioso assolveva ai suoi compiti per la gestione degli attrezzi e le scorte dei viveri.
Ogni villaggio rupestre aveva la sua chiesa, e quello di Riggio non fa eccezione. Anche qui, sotto una maestosa cappa di roccia viva, troviamo il luogo di culto dei suoi abitanti.
La chiesa ha due absidi scavate nella roccia, interamente affrescate, anche se purtroppo lo stato degli affreschi non è oggi dei migliori…
La chiesa rupestre si affaccia su uno scorcio veramente affascinante…
Una visita in questi luoghi rigenera lo spirito, fra gli odori della vegetazione spontanea, l’aria salubre, la Storia rimasta seppur abbandonata indelebile su queste rocce immortali.
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