E’ una strana pietra quella che si nasconde in una delle tante grotte di Roca Vecchia, al riparo di un anfratto incastonato in un meraviglioso scenario naturale e storico, una città millenaria, oggi un suggestivo parco archeologico. Tutto il vasto sito è stato nei secoli inciso da svariati tipi di passanti, dai pellegrini ai moderni vacanzieri.
Ma c’è una pietra, una cosa a parte, che sembra raccontare una storia a sé stante, attraverso i suoi segni, o simboli, che ha custodito, alcuni forse recenti, da chissà quanto tempo. Il reperto sembra non fare parte dell’ambiente, quasi come se fosse finita lì precipitosamente, e abbandonato, riverso sugli scogli, all’interno di una grotta che non presenta altri graffiti.
La pietra appare con una forma piatta e vagamente rotonda, sicuramente lavorata apposta così…
Difficile distinguere le lettere e tradurre eventuali parole… anche per non confondere eventuali segni “moderni”… fra quelli che certamente non lo sono, e la loro erosione, il particolare muschio o colore che prende la pietra, lo testimonierebbe…
E’ larga circa un metro, ed è completamente incisa…
Nella foto sopra, uno scorcio di un lato che poggia al suolo… tutti i segni che riempiono la parte sottostante non possono essere stati fatti nella posizione attuale della pietra perché è quasi impossibile, sarebbe assai scomodo lavorarla in questa posizione. Quindi… da dove viene?… chi l’ha portata, e abbandonata qui?…
Sembra molto pesante, e anche quattro uomini farebbero fatica a trasportarla, specialmente per via del fondo accidentato della grotta, irto di scogli, che minacciano rovinose cadute… Sopra, un altro lato della pietra, pare pieno di croci…
Nella zona è nota la leggenda di “Donna Isabella”, eroina di storiche tragedie cantate dai narratori melendugnesi… pare che la nobildonna, imparentata con la celebre Maria D’Enghien, venisse in queste acque a bagnarsi… Beh, conoscendo questa storiella è facile immaginarla, osservando su un lato della pietra, la sagoma di un viso di donna, con una lunga chioma che le cade accanto…
L’immagine della donna (sopra) è realizzata in rilievo, ed anche questa, vista la posizione, non sarebbe mai potuta essere scolpita nella posizione attuale della pietra…
Gli altri lati della pesante lastra mostrano altri abbozzi di visi… non delineati come il precedente, e forse non vorrebbero neanche essere visi. Chissà, forse erano stemmi araldici… la pietra è molto consumata…
… ma continua a resistere al tempo, adagiata con cura fra gli scogli di una piccola grotta fuori dal tempo e dalla storia.
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Non l’ho ancora letto, arrivo da un’osservazione meravigliata della raccolta – Ammirevolmente eseguita e Amorevolmente generosa ! – degli ipogei ! (studio il morfema del tipo “(par)pagghia-” , presente nella zoonimia viva del sud-Italia, e del tipo “palombar-“, vasche ipogee di Matera come già la grotta a Castro d’Otranto) : grazie, sei molto “in gamba” e Bravo in senso arcaico (coraggioso-rinunciante) ! … senza tuttavia esporre a rischio ulteriore tali oggetti già così provati dall’usura dell’egoismo e abbandono umani.
Ma ho guardato un po’ le foto : come negli altri due casi di architrave, quello riprodotto e quello in roccia viva, vorrei avere un disegno leggibile del rilievo grafico delle incisioni (si fa con un foglio trasparente, a tracopiatura, e poi lo si riduce in scala, penso da fotografia ma bisogna stare attenti alla distorsione angolare ottica, dove le dimensioni superano una certa misura), e potrei inviarlo a un Conoscente che legge le Lineari C e B e ora anche A … senza dirGli la provenienza del documento – insomma una verifica “a cieco”.
Raffaelemaria concilio ..18 : 00 15 9 16
Cercherò, con molto piacere, di ricavare un rilievo grafico e ve lo manderò. Grazie di cuore per la sua attenzione!