La “pagghiara”, la classica costruzione rurale in pietre a secco del paesaggio salentino, ha la sua apoteosi nel colossale pagliarone Ferrante (dal nome del suo proprietario), situato in agro di Ruffano, negli oliveti fra Miggiano e Taurisano. Una costruzione straordinaria, che solo dal vivo rende appieno le sue dimensioni.
Misura 26 metri di larghezza, dal lato dell’ingresso, e 13 dall’altro lato, formando un rettangolo composto da due cupole e vani più piccoli addossati tutti insieme in un unico corpo.
A primo impatto riporta alla mente l’immagine delle piramidi, ovviamente con la dovuta proporzione di dimensioni…
…guardandolo dal satellite (e su Googlemaps si trova anche segnalato), in effetti restituisce la pianta a gradoni delle piramidi più antiche…
…ma questa non è l’abitazione di un faraone, bensì di semplici contadini!
Certo, i suoi architetti dovevano essere contadini molto pratici, con l’arte di mettere insieme le pietre.
In questo caso, abbiamo anche la firma del suo costruttore, tale Oronzo Martina, che qui operò nel 1821. E’ solo la mia opinione, ma penso che Oronzo qui fece un’opera di “restauro”: la terra rossa (il “bolo”) con cui sono tenute insieme le pietre che si vedono sull’esterno, come mi dice il prof Antonio Costantini, era una tecnica di costruzione cinquecentesca, quindi in questo caso il primo nucleo era molto più antico, e magari fu ampliato.
Nella sala principale le mura sono intonacate, fino ad una certa altezza…
…poi osservando verso l’alto, si nota la cupola, con le pietre vive.
La seconda grande sala presenta una cupola assai diversa…
…e forse era l’ambiente destinato agli animali da pascolo.
Tutto sembra fermo, qui. Le cicale sono quasi assordanti, non si vede nessun uomo, a perdita d’occhio: un tempo questi campi erano animati, mentre oggi gli olivi sono attaccati dalla xylella e abbandonati. Una piccola grande storia, decadente, come la memoria degli uomini.
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