Cookie Consent by Free Privacy Policy Generator website La rivincita del pomodoro a Castiglione d’Otranto

La rivincita del pomodoro a Castiglione d’Otranto

Può un pomodoro riscattarsi dal giogo del caporalato? E può il pomodoro riscattare il senso di un’agricoltura diversa nel Salento? Sì, può. Lo dimostrano le realtà che nel territorio lavorano con costanza per questo. Saranno ospiti di Casa delle Agriculture Tullia e Gino sabato 11 giugno 2016, a Castiglione d’Otranto, in via Vecchia Lecce. “Il riscatto del pomodoro” è rosa:

saranno tre donne le protagoniste del secondo appuntamento della rassegna “La Terra del ritorno”, organizzata con il supporto del Csv Salento. A partire dalle ore 19, nell’anfiteatro di legno creato nell’oliveto del primo vivaio della biodiversità (inaugurato una settimana fa), dialogheranno Francesca Casaluci, esponente di Salento Km0; Roberta Bruno, rappresentante di Karadrà; Rosa Vaglio, presidente dell’associazione Diritti a Sud; Ivan Botrugno, consigliere con delega alla Cultura e all’Integrazione del Comune di Andrano.

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I loro saranno racconti di esperienze, metodi e ripristini riusciti attorno al pomodoro. Testimonianza importante sarà quella di Souleiman Mohamed, bracciante che ha deciso di non sottostare allo sfruttamento dai caporali, nei campi di Nardò, e diventato uno dei punti di riferimento di “Sfruttazero”, il progetto cooperativo e mutualistico finanziato dal basso per la produzione di salsa prodotta senza sfruttamento del lavoro. La serata inizierà con la passeggiata direttamente sul campo del vivaio, dove sono state messe a dimora 17 varietà diverse di pomodoro, di cui si possono richiedere le piantine: dal Regina al Fiaschetto, da quello di Leverano a quello chiatto di Aradeo, dal giallo con pizzo invernale di Carpignano al sanguigno d’estate, dal datterino di Galatina al Racalino.

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Poi, dopo i dialoghi, si proseguirà con la musica e la cena sociale a tema: sarà “festa del brudinu” e della bruschetta. La rassegna avrà poi altri due appuntamenti: “Zona non avvelenata”, giovedì 23 giugno, con Isde Italia e Csv; “Il pane e le rose”, sabato 9 luglio, alla presenza del poeta paesologo Franco Arminio.

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«Il pomodoro è elemento centrale per ripensare il futuro dell’agricoltura del territorio – dicono da Casa delle Agriculture, associazione che si occupa della coltivazione con metodi naturali di campi abbandonati – e non a caso nel nostro vivaio della biodiversità abbiamo fatto lo sforzo di recuperare non poche varietà, per la riproduzione del seme e la loro reintroduzione nelle colture salentine. L’imperativo è usare sempre meno acqua, visto che la nostra falda si sta sempre più salinizzando, e abolire l’uso di fitofarmaci e concimi chimici, dannosi per la salute».

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I protagonisti.

Salento Km0 è nato nel 2011 per contribuire alla conoscenza del patrimonio ambientale e culturale della provincia di Lecce. Sostiene e mette in rete una serie di realtà che operano nell’agricoltura in maniera differente, coltivando secondo metodi sostenibili (biologiche, biodinamiche, sinergiche, rigenerative, ecc.), salvaguardando la biodiversità agricola, proponendo nuovi rapporti con la terra e il cibo, alternativi al modello dominante. Diritti a Sud nasce nel 2014 dall’esperienza del comitato NO-CAP, che dal 2009 operava nelle campagne di Nardò per l’integrazione e la difesa dei diritti della comunità di migranti impegnati stagionalmente nel lavoro agricolo. Ogni giorno aiuta e sostiene le persone straniere che vivono a Nardò nel loro, non sempre facile, percorso d’integrazione. È tra le tre realtà meridionali ad aver avviato il progetto “Sfruttazero”, perché «l’oro rosso, da simbolo di sopraffazione e caporalato in Puglia e Basilicata, diventi simbolo di emancipazione, riscatto e speranza di un futuro diverso».

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Karadrà è progetto agricolo su cui da tre anni, tra Aradeo e Cutrofiano, è impegnata l’associazione Arci Club Gallery. Promuove soprattutto l’aridocoltura, l’insieme degli accorgimenti volti a consentire la coltivazione in ambiente arido, in assenza di irrigazione ed in presenza di precipitazioni minime. È ciò che permette di portare sul mercato prodotti naturali cresciuti nel rispetto della terra e della risorsa acqua a costi competitivi. Il prodotto di punta è la “penda”, pomodoro invernale tipico del Salento nella varietà “Ponderosa”, recuperata da anziani agricoltori e coltivata seguendo un disciplinare messo a punto per garantirne la salubrità e la qualità.

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