Torre del Parco, splendido monumento della Lecce ancora meno esaltata per come meriterebbe, è la suggestiva fortezza-dimora, lo scrigno che andremo a scoprire in questo viaggio. L’antica Turris Prati Magni, costruita nel 1419 da Giovanni Antonio Orsini Del Balzo, figlio di Raimondello e della regina di Napoli Maria D’Enghien. Un luogo che con grandi meriti è stato salvato dall’incuria e restituito dai privati a nuova vita.
La torre è incastonata in un parco che in origine era situato fuori le mura cittadine. Alta 23 metri, si erge sopra tre livelli ed è ancora circondata dal suo fossato originario, dove la tradizione vuole che la Famiglia allevasse gli orsi, il simbolo araldico degli Orsini Del Balzo.
Il grande giardino circostante era veramente esteso, superava i 40 ettari, e all’interno di esso si svolgevano fiere e mercati fiorenti.
All’interno del complesso aveva sede il Concistorium Principis, tribunale medievale presieduto proprio da Giovanni Antonio Orsini Del Balzo.
Era un luogo molto importante: divenne sede della zecca, dove venivano coniati i “mali carlini”, monete d’oro e d’argento.
In origine la torre doveva essere dotata anche delle caditoie, che oggi non esistono più…
Un ponte di legno scavalca il fossato e porta all’accesso principale.
Dalla foto sopra si nota bene lo scavo realizzato per il fossato…
Sopra la porta d’accesso, un altro stemma…
… e poi si accede alla sala principale…
La torre stessa è una sorta di museo, un tesoro storico-archeologico che ha pochi altri paragoni in città…
… bellissima questa carrozza, che un tempo, trainata dai cavalli, accompagnava i signori fuori la dimora…
…ma anche questo orologio storico che qui si custodisce: Lecce è stata una delle prime città europee a dotarsi di orologi meccanici (grazie a Giuseppe Candido, durante il 1800). C’è stato un periodo in cui ne aveva 4 in funzione, e tutti simultanei!
La torre custodisce anche alcune pregiate tele…
…ma il gioiello è la piccola cappella…
Si tratta di un ambiente che, nonostante le sue anguste dimensioni, è ricchissimo di soggetti, decorato da affreschi eseguiti a partire dal 1400.
Il Medioevo è l’emblema della Cavalleria, non poteva mancare qui ovviamente San Giorgio a cavallo che uccide il drago…
…ma come si diceva, in questi due metri quadrati c’è da perdere gli occhi!
Oltre alle scene raffiguranti la vita e la Passione di Gesù, moltissimi Santi, ad accompagnarLo…
Sopra, una bellissima Annunciazione… con l’Angelo che visita Maria…
…e poi, qui sopra, una santa assai cara alla famiglia Orsini Del Balzo: Santa Caterina d’Alessandria, che trovò a Galatina il suo tempio più sontuoso. Qui resta solo la ruota del suo martirio.
Sopra, la Dormitio Virginis, Maria nel suo ultimo momento terreno, accompagnata dagli Apostoli…
Altre scene della vita e della Resurrezione di Gesù…
Sopra, diamo un’occhiata ad un’altra particolarità della Torre: i graffiti, che ne riempiono le mura interne.
La Torre divenne nel 1458-1461 un carcere, nel quale i prigionieri incisero tantissime “lamentazioni”, rimaste ben visibili ancora oggi, che aprono uno squarcio sulla loro vita, e spesso anche sul loro lignaggio: sono presenti infatti anche stemmi, di persone che erano di nobili origini.
E’ uno scorcio veramente affascinante, il visitatore qui resta catturato dal silenzio di questi ambienti, in cui la storia, anche quella minima, rimbomba dai suoi secoli passati.
Sopra, un’altra epigrafe, datata 1631.
Portentose le volte, sorrette da grandi archi che vanno da parte a parte della torre.
La torre custodisce svariati silos, ricavati nel pavimento, in cui si conservava ogni sorta di derrate.
La stretta scalinata ci accompagna nei tre livelli della torre…
Questo è uno dei più antichi elementi architettonici della torre, probabilmente riposizionato altrove successivamente.
Siamo arrivati in cima alla torre!…
…da qui si può osservare la parte superiore dell’adiacente chiesa di San Giacomo, la cui parte originaria fu edificata da Raimondello Orsini Del Balzo: fu rivisitata nella seconda metà del 1400 da suo figlio, che qui vi istituì la Fiera di San Giacomo. Successivamente Ferrante d’Aragona eresse un convento, abitato poi dai padri alcantarini. Ma per una visita all’interno di questa chiesa vi rimandiamo alla galleria delle chiese leccesi.
Oggi il complesso della Torre del Parco fa parte di una lungimirante proprietà privata che l’ha dedicata ad eventi e sala ricevimenti, in cui il suo splendore illumina ancora tutte le persone che attraversano questo prezioso angolo di storia, del Salento e dell’Italia meridionale.
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