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Andando in giro alla ricerca delle tracce più facili da ritrovare, della storia minima intorno a me, nel Salento, viene facile fare paragoni con realtà molto lontane da questa terra: i graffiti, sono davvero ovunque.
I luoghi dove è più facile trovarne intere pareti sono le carceri medievali e rinascimentali. Nel Salento, i castelli di Lecce, Acaya, Tricase, Maglie, Muro Leccese e altri ancora, sono i luoghi principali di questo tipo di memorie. Volendo fare un confronto in Europa, visitiamo la Torre di Londra, grazie allo straordinario reportage fotografico concessomi dall’amico Ottavio Carbone.
Si tratta dello storico castello della città, posto sul Tamigi. Costruito a partire dal 1066, dai Normanni conquistatori dell’Inghilterra. La Torre Bianca, che conferisce all’intero castello il nome, fu eretta da Guglielmo il Conquistatore. Le sue prigioni cominciarono ad essere attive dal 1100, per finire addirittura nel 1952!
Anche se il suo scopo era sopratutto di Residenza Reale. Tutto il complesso è costituito da diversi edifici disposti all’interno di due anelli concentrici di mura, e da un fossato, spesso rivisto e ristrutturato, ma tuttavia il disegno architettonico del XIII secolo rimane visibile tutt’oggi.
La Torre di Londra ha sempre svolto un ruolo di primo piano nella storia della Nazione. Dall’inizio del XIV secolo secolo l’incoronazione di un re era preceduta da una processione dalla Torre all’Abbazia di Westminster. Verso la fine del XV secolo, il castello fu la prigione dei Principi della Torre.
Ed è proprio la prigione che andremo ad esaminare minuziosamente, passando dal cancello dove, con una barca fluviale si accedeva al suo interno…
Si ritiene che molti prigionieri accusati di tradimento abbiano attraversato i cancelli della St. Thomas Tower, conosciuta meglio come Traitors’ Gate (Cancello dei traditori). Edoardo I l’aveva costruito come paratoia e alloggio del re tra il 1275 e il 1279. La chiatta del re sarebbe stata ormeggiata nel bacino al di sotto del grande arco. La cornice di legno in gran parte restaurata al di sopra dell’arco, è stata costruita nel 1532 dal Mastro carpentiere di Enrico VIII James Nedeham, come parte dei preparativi per la processione di incoronazione della regina Anna Bolena. La processione trionfale partì dalla Torre il 1° giugno 1533; meno di tre anni più tardi la regina vi sarebbe ritornata, come prigioniera.
Enrico III costruì la Wakefield Tower sulla riva del fiume tra il 1220 e il 1240. Al piano di sopra vi era un’importante stanza privata con cappella annessa. Era collegata al resto del palazzo di Enrico, al giorno d’oggi distrutto. I soldati nelle stanze al piano inferiore difendevano gli alloggiamenti del re e la paratoia. Oggi, ospita una mostra sulla tortura alla Torre. Il figlio di Enrico, Edoardo I recuperò del terreno dal Tamigi e costruì la Outer Ward (cinta muraria esterna), racchiudendola con un altro muro perimetrale. Dal regno di Edoardo in poi, la Wakefield Tower è stata circondata da terra. Nei secoli successivi è stata utilizzata per conservare archivi di stato ed ha ospitato i gioielli della Corona tra il 1867 e il 1967.
Questo è il panorama dalla torre!
Nonostante la sua reputazione di luogo di tortura e di morte, solo sette persone sono state realmente uccise all’interno di essa, perlomeno prima della Seconda Guerra Mondiale. Di solito le condanne avvenivano sulla famosa Tower Hill, a nord del castello.
La White Tower è stata sempre considerata il mastio per eccellenza, una delle più grandi della Cristianità, descritt come “il palazzo più completo dell’XI secolo, in Europa”…
…oggi rivive i suoi fasti, con rappresentazioni in costume molto realistiche, che allietano la visita dei turisti…
La White Tower, escludendo le sue torri angolari, misura 36 metri per 32 alla base, ed è alta 27. La struttura era originariamente composta da tre piani: un piano seminterrato, un piano di ingresso e un piano superiore. L’ingresso era al di sopra del terreno e vi si accede tramite una scala in legno che avrebbe potuto essere rimossa in caso di un attacco.
Figuranti e ricostruzioni fanno un tutt’uno con il luogo, forse l’unico, rimasto identico alla Londra di quasi mille anni fa.
Entrando da questa porta, cominceremo ad osservare i “lamenti” dei prigionieri, graffiti sulle pareti secolari…
Al centro individuo il simbolo che ho riscontrato anche in Salento, il “Cristo ancora di salvezza”, riprodotto con una croce che termina appunto come un ancora, a simboleggiare Lui come unica speranza…
…mentre qui sopra una variante del “Cristo faro del mondo”, con la croce posta sull’altura che sarebbe il Golgota…
Interni della torre…
Una costante, ritrovare fra i graffiti (in alcuni casi figure riprodotte con cura in rilievo) stemmi nobiliari, a testimonianza di come da queste galere passarono anche esponenti della nobiltà.
Impressionanti le lunghe e accuratissime epigrafi di questa gente che sognava la sua libertà!
La Torre deve il suo nome a Thomas Beauchamp, 12° Conte di Warwick,il quale venne imprigionato qui nel 1397 dopo essere stato accusato di alto tradimento. Costruita da Edoardo I nel 1281, la Torre divenne una importante torre difensiva nella cinta muraria interna. La Torre è composta da tre piani e presenta delle balestriere dalle quali scagliare le frecce. La Torre è stata costruita con mattoni e malta. Vennero utilizzati 243.000 mattoni, rendendola uno dei primi utilizzi di mattoni su vasta scala in Inghilterra dai tempi dei Romani. Le mura esterne erano con pietra a vista, cosa che è stata rinnovata nel diciannovesimo secolo. Le grandi dimensioni della Torre e la sua vicinanza agli alloggiamenti del Tenente, l’hanno resa il posto ideale per tenere i prigionieri importanti. I loro graffiti sono incisi sui muri dell’edificio.
Straordinaria la parete qui sopra!
Il tale Thomas legato al graffito della campana lo ritroveremo più tardi…
Visuali dall’interno del complesso…
Mille lamenti si ergono ancora dalle pietre della torre… come quello di William Tyrrel:… “Dal momento che la fortuna ha scelto che la mia speranza dovrebbe andarsene via col vento, vorrei che il tempo sia distrutto, essendo il mio mondo ormai triste e scortese”… correva l’anno 1541.
“Dato che la sorte ha scelto che la mia speranza debba andare a lamentarsi al vento, vorrei che il tempo fosse annientato; essendo il mio mondo quanto mai triste e sgarbato”.
Fra le varie epigrafi troviamo varie lingue, oltre all’inglese anche il latino…
Philip Howard, Conte di Arundel .Maggiore la sofferenza per Cristo in questo mondo, maggiore la gloria con Cristo nel prossimo. Arundell, 22 Giugno 1587. Anthony Tuchinor. Tu lo hai coronato di onore e gloria, o Signore; il giusto verrà serbato nel ricordo eterno.
Charles Bailly. L’uomo saggio dovrebbe, con circospezione, vedere ciò che fa, analizzare prima di parlare, verificare prima di prendere in mano, stare attento alle persone con cui si accompagna e, soprattutto, di chi si fida.
James Typping, senza data. “Typpyng, sopporta (o sii ben felice) e tollera la tua croce, poiché sei un [dolce, buono] cattolico, ma nulla di peggio e per questo motivo, questi tre anni tu hai trascorso in grande disgrazia, eppure, cosa avverrà di te? Non posso dire nulla, se non morte”. La parola “morte” compare spesso nelle riflessioni di questa gente…
Un’occhiata di tanto in tanto alle torri circostanti…
…per renderci conto di tutto il complesso, ci viene in soccorso un altro dei preziossimi pannelli illustrativi che i responsabili hanno disseminato con cura ovunque.
Da questa ricostruzione il quadro è completo!
La Torre sanguinaria risale al 1220 ma prende il suo nome a metà del ‘500, perché fu associata alla scomparsa e al presunto omicidio dei figli del re Edoardo IV.
Intatte le finestre-feritoie da dove gli arcieri scagliavano le loro frecce.
Tutta la struttura era pensata in funzione difensiva, in ogni galleria si poteva celare trabocchetti per gli eventuali assalitori…
Il graffito con la campana fu fatto da Thomas Abel, cappellano di Caterina d’Aragona, la regina cattolica di Enrico VIII, ripudiata dal marito in favore di Anna Bolena. Il cognome di Thomas è rappresentato dalla “A” posta al centro della campana.
Suggestiva visuale introspettiva della fortezza.
Il complesso ospita una splendida mostra con armature d’epoca…
Qui sopra, bombarde seicentesche, fuse in bronzo…
Qui sopra, la visuale della Londra moderna oltre il Tamigi…
Qui sopra la storia di un oste di Bristol accusato di stregoneria. Ha lasciato inciso un intaglio… astrologico!
Fra i prigionieri anche sacerdoti gesuiti…
…qui sopra vediamo il simbolo della loro Compagnia…
Un luogo che più di qualsiasi altro restituisce la Londra più antica, a due passi dagli edifici moderni che caratterizzano la Metropoli multiculturale di oggi. Un tuffo nel passato che consiglio a chiunque possa visitare questa mitica fortezza!
(grazie all’amica Serena Marchese per le traduzioni dall’inglese!)
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La torre di Londra e i suoi graffiti
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