Passeggiando sulla serra dominata dalla cittadina di Neviano, nel cuore del Salento, il viaggiatore non mancherà di esplorare il suggestivo sito del casale medievale di Macugno, un luogo immerso nella natura, sede di un’antica abbazia segnalata dalle fonti storiche già durante il 1300. Un crocevia fondamentale per chi attraversava questa piccola penisola da est ad ovest, lungo l’arteria che collegava via terra Otranto a Gallipoli.
Molte sono le evidenze archeologiche rimaste fino ad oggi, fra tutte il primitivo complesso di grotte dei monaci, e poi silos, forni, cisterne, una strada carraia oggi coperta dal terriccio, il tutto sormontato dalla grande torre a due piani, che controllava l’insediamento.
Provenendo da questa frequentatissima carraia, dai solchi molto profondi, si accedeva all’insediamento nei pressi del paretone che rimane ancora oggi in piedi dal medioevo (e che forse aveva funzione oltre che di difesa anche di contenimento a protezione delle grotte), sul quale si nota anche se consumata dai secoli una croce patente incisa.
Subito, sulla destra, una grande opera di scavo appare davanti agli occhi. Si tratta di una grande cava a fossa, che probabilmente servì alla costruzione dell’insediamento.
E poi, un grande palmento per la produzione del vino. In queste vasche scavate nella roccia si lavorava l’uva fin da età ellenistica, ed i Romani ne fecero una produzione industriale in tutta l’Italia meridionale, ma questo lavoro ovviamente proseguì anche durante il Medioevo. In questo caso si tratta di strutture che si rifanno alla storia di questo sito.
Nella foto sopra vediamo i due palmenti di Macugno. Sotto invece uno dei grandi silos del casale, che erano capaci di contenere anche 40 quintali di grano.
A mio avviso la cosa più interessante si trova presso il complesso delle grotte. Qui, sulla parete che si apre davanti a noi avvicinandosi, si notano degli incavi, ben fatti, la cui funzione non è ancora ben chiara, ma secondo alcuni studiosi potrebbero essere i fori dove si inserivano i dittici che nell’alto medioevo i primi monaci provenienti dall’Oriente si portarono qui in Salento: si tratta di dipinti sacri, realizzati sopra tavole di legno che venivano fissate al muro, ed utilizzate per le funzioni religiose…
Nella foto sopra si vedono al centro della parete di fronte, ripresi sotto più in particolare…
…se la teoria risultasse vera, siamo di fronte ad un’antichissimo insediamento cristiano-orientale, uno dei primi, ovviamente in grotta, di tutta la Terra d’Otranto.
Questa era l’apertura originaria all’insediamento in grotta.
Non sono rimaste tracce di affreschi sulle pareti…
…sopra, si nota un sedile scavato nella roccia (sulla destra, nella foto). Forse riservato al capo della comunità religiosa.
Gli unici affreschi rimasti nell’insediamento si trovano sulla facciata della torre, molto rovinati, e raffigurano San Nicola e Santa Lucia.
Tutto intorno alla grotta un sedile scavato nella roccia, alcuni conci rimasti abbandonati…
Sopra, un tratto di acciottolato, forse una strada, o comunque una pavimentazione di qualche struttura ad uso dell’abbazia.
La massiccia torre centrale ospita oggi l’interessante “Museo del Territorio” di Neviano, inaugurato il 12 aprile 2015 (già sede operativa dell’Eco Museo del Paesaggio delle Serre Salentine), grazie al lavoro della Regione e del Comune. La collezione degli oggetti esposti è frutto del contributo di moltissime persone che hanno voluto donare al museo i propri ricordi, affinché sottratti all’oblio della memoria potessero parlare ancora alla mente e al cuore dei visitatori.
Veramente un piccolo mondo antico si spalanca davanti agli occhi, attraverso gli oggetti della storia minima degli abitanti di questo casale…
…come ad esempio le pipe, ritrovate in gran quantità!
Davanti ad uno storico telaio, la mappa del territorio, con tutte le sue evidenze storico naturalistiche.
Qualcuno nomina anche i Templari, quando si parla di questo insediamento. A noi che l’abbiamo visitato è rimasto nel cuore come un posto che emana da ogni sua pietra una vita semplice ed assai poco misteriosa, ma che restituisce al passante come agli abitanti della zona un affresco di storia minima di grande importanza!
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