Sin da tempi remoti, l’aia era il luogo dove avveniva l’essiccamento e la trebbiatura dei cereali, tramite battimento manuale o, più spesso, con l’ausilio di pesi trascinati da animali da tiro.
Poteva essere realizzata in terra battuta, ma più spesso era pavimentata con pietre, allo scopo di evitare la formazione di fango in caso di pioggia. Le moderne tecniche di trebbiatura, effettuate direttamente in campo per mezzo di macchine, hanno fatto sì che le aie perdessero la loro antica funzione. In Salento ne sono sopravvissute diverse, che spesso vediamo in giro per le campagne e presso antiche masserie. Sorsero già nel XVI secolo, assieme agli insediamenti agricoli più grandi, ma molte sono scomparse assieme alla masseria ed a quello stesso mondo lontano.
Generalmente hanno forma rotonda, come quella che c’era presso Celsorizzo, ad Acquarica del Capo…
…qui sopra ne vediamo due affiancate, presso masseria Macurano, a Montesardo.
Sono tutte lastricate con grosse chianche, ed il perimetro era chiuso invece da grossi lastroni monolitici affiancati. Spesso fra questi conci vi erano raffigurati dei simboli cristiani, che richiamavano la devozione dei contadini…
…ma sono stati quasi sempre depredati, ed anche le aie risultano spogliate dei loro “arredi”. Qui sopra vediamo invece una lastra sopravvissuta, che riporta però la data di costruzione: 1869. L’Italia era stata appena “fatta”, e la vita scorreva laboriosa in queste contrade di Ostuni. La forma è quadrata, in questo caso…
…ed in effetti, era l’altro schema che si riscontra in giro per la Terra d’Otranto. Qui sopra siamo presso Zollino, e l’aia si è conservata quasi intatta.
Masseria Nucci, presso Nardò.
Masseria Morello, presso Lecce.
Qui sopra, masseria Mosca. Intorno a Lecce se ne riscontrano parecchie, ce n’è un’altra presso masseria Paladini, anche se quasi del tutto interrata.
C’era un’altra tipologia di aia: quella scavata sul banco roccioso, di forma irregolare. Qui sopra ne vediamo una affascinante, presso masseria Cippano, a Otranto.
Presso masseria Barrera ne ho trovata una che affianco presenta una specie di garitta: forse era il luogo dove riposava il sorvegliante?
A questo proposito, l’aia più singolare l’ho trovata presso Casamassella…
…si presenta molto rialzata, rispetto al suolo…
…circondata da grossi blocchi di pietra…
…la particolarità è che è stata costruita accanto ad banco di roccia affiorante…
…nel quale è stato scavato un piccolo ipogeo…
…con la solita perizia che si riscontra nella vicina Valle dell’Idro, ricolma di ambienti artificiali rupestri…
…l’interno è veramente piccolo e stretto, non si riesce nemmeno a stare in piedi…
…come vi faccio vedere in questo autoscatto. Ha la forma di una mezza luna, che mi ricorda un’altra tipologia di ipogei, ma se ne discosta molto per dimensioni.
Non ne ho mai parlato con un contadino, ma forse anche le aie avevano bisogno di un custode. Qui a Casamassella gli avevano costruito un riparo sottoterra, prima di erigere un casolare più comodo, coperto con i tipici e lunghi lastroni monolitici di cui è disseminata la zona in agro di Giuggianello. Ma questa è un’altra storia.
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