Il panorama rupestre di Terra d’Otranto, come abbiamo spesso osservato su queste pagine, è ricco di caratteristiche peculiari e bellezze pittoriche e architettoniche, che spesso nascondono storie di vita minima assieme a quelle della grande Storia.
E’ il caso di un affresco che si trova in una chiesa ipogea in agro di Copertino, che custodisce una storia vecchia di oltre 700 anni, ricca di amore, fede e devozione. Mettiamo dunque insieme le tracce sommarie per giungere a godere appieno di questa opera d’arte. Nel 1305, Filippo, figlio del re Carlo II d’Angiò, avviò una campagna militare per l’invasione dei Balcani, ingaggiando ovunque mercenari.
La spedizione però ben presto fallì e nell’ottobre del 1306 Filippo rientrò in Italia. Fra i cavalieri che fecero ritorno con lui, ripassando il canale d’Otranto c’era il francese Sourè, che fece una sosta nella importante contea di Soleto, precisamente nel feudo di Galatina, che già dal 1268 insieme ad altri territori era stato affidato ad Anselin de’ Toucy, comandante della flotta francese. Nel 1299, Carlo I d’Angiò aveva ceduto la contea di Soleto a Ugo del Balzo, anch’egli venuto dalla Francia. Probabilmente fu quest’ultimo ad affidare al connazionale Sourè l’incarico di castellano del castello di Copertino, posto strategico del versante jonico della penisola salentina.
Così, il cavaliere francese si stabilì in loco, sposandosi. Non si conoscono le precise ragioni che lo spinsero a far realizzare, intorno al 1314-15, in aperta campagna, nel pianoro paludoso posto tra Copertino e Galatina, la chiesa rupestre dedicata all’Arcangelo Michele. Egli affidò la decorazione del tempio ai più noti frescanti di Soleto, Nicola e il figlio Demetrio, come ricorda una epigrafe in caratteri bizantini: “Questa venerabilissima chiesa (dedicata) all’arcistratega Michele è stata costruita e ornata di pitture dalla devozione del cavaliere Sourè e della sua sposa e dei suoi figli, nel regno di Roberto terzo (figlio) di Carlo, l’anno 6823 (l’anno bizantino 6823 corrisponde al 1314-15), tredicesima indizione, affrescata per mano di Nicola e Demetrio, padre e figlio di Soleto. Voi che leggete pregate per essi il Signore. Amen“.
Tra le pitture a tema religioso dell’ipogeo si distingue così quella – davvero insolita e a carattere “laico” – che raffigura il tenero abbraccio tra il cavaliere Sourè e la sua sposa. Probabilmente la sua presenza tra le decorazioni della chiesa è legata ad un voto fatto da Sourè all’arcangelo Michele, condottiero delle milizie celesti, per un felice ritorno in patria. Infatti, intorno alla coppia felicemente innamorata si registra la presenza di parecchie stelle a otto punte, che di solito nel Salento accompagnavano gli affreschi ex voto. Una storia affascinante, che lascia intravedere il mitico tempo dell’amor cortese cantato dagli immortali poemi medievali, incendiati dall’amore di un cavaliere per la sua dama.
(foto dell’affresco e notizie reperite in rete, soprattutto da un post facebook di Sergio Natale Maglio)
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