La Lecce Romana è una città ricchissima di sorprese per tutti gli amanti di quel grandioso periodo storico scritto da Roma nel Mediterraneo: qui si trovano vistose tracce di questo passato, un teatro, un anfiteatro, anzi, ben due, perché a 3 km da Lupiae (il nome romano di Lecce) c’era Rudiae, la patria di Quinto Ennio, coronata da un altro anfiteatro che sta tornando alla luce.
Quello posto proprio nel cuore di Lecce è stato riscoperto ai primi del ‘900, grazie alla tenacia del grande studioso salentino Cosimo De Giorgi, che letteralmente lo tirò fuori dal sottosuolo.
La grande opera di recupero e restauro si prolungò fino al 1940…
In queste preziose foto d’epoca, forniteci dall’amico Filippo Montinari, possiamo farci un’idea della città di allora: qui sopra si vede appena uno spicchio dell’anfiteatro…
…e qui sopra il piano per riportarne alla luce la sola parte che era possibile, perché il resto ha fatto da base a palazzi ed una chiesa del 1600…
Chiudiamo la carrellata storica con questa foto qui sopra, in cui si vede il campanile del Duomo svettare alle spalle.
Questa è la visione attuale, comunque, una fetta importante dell’originaria pianta ellittica.
L’anfiteatro rappresenta il culmine dell’importanza raggiunta da Lupiae, che fu dotata anche di un porto dall’imperatore Adriano (foto sotto)…
Siamo tra il I e il II secolo d.C. La datazione dell’anfiteatro è ancora oggetto di discussione e oscilla tra l’età augustea e quella traiano-adrianea.
Attualmente è possibile ammirare solo un terzo dell’intera struttura, in quanto il resto rimane ancora nascosto nel sottosuolo di piazza Sant’Oronzo dove si ergono altri edifici e la chiesa di Santa Maria della Grazia (che si intravede sullo sfondo, nella foto sotto)…
L’anfiteatro misurava all’esterno 102 x 83 m, con l’arena di 53 x 34 m, e poteva contenere circa 25.000 spettatori.
Del monumento, realizzato in parte direttamente nella roccia e in parte costruito su arcate in opera quadrata, rimangono allo scoperto due corridoi anulari: uno corre sotto le gradinate, l’altro sotto un porticato, sul quale era imposto l’ordine superiore scandito in una galleria di fornici, che rimandano ad altri celebri monumenti, come il Colosseo o l’Arena di Verona.
Sopra: una possibile mappa dell’Anfiteatro di Lecce, di Florixc – Opera propria. Con licenza CC BY-SA 2.0 tramite Wikimedia Commons (Wikipedia). Si nota la posizione del monumento e le sue parti sottostanti gli edifici successivi.
Sopra ne vediamo uno scorcio, incastonato col Sedile della città e la colonna d’epoca romana (che la tradizione dice fosse una delle due con le quali terminava la Via Appia nel porto della vicina Brindisi), che ospita la statua del patrono della città: Sant’Oronzo.
Alcuni scorci dell’interno, oggi non accessibili.
Il prof. Paul Arthur (Università del Salento) ipotizza che durante la prima fase medievale della città, l’Anfiteatro fu utilizzato come rocca difensiva, nel periodo in cui non esisteva ancora il Castello.
Anche nel muro di divisione tra l’arena e la cavea si aprivano diversi passaggi di comunicazione col corridoio centrale ed un più angusto corridoio, scavato immediatamente dietro l’arena, era adibito ai servizi del monumento.
L’arena è adornata da una lunga serie di rilievi marmorei raffiguranti scene di combattimento tra uomini ed animali.
Le bestie sono esotiche, leoni, tori, e l’uomo è raffigurato quasi sempre armato solo di un gladio, la spada corta dei gladiatori, senza nemmeno una tunica o una corazza…
E’ una testimonianza figurativa importante, perché ci trasporta visivamente indietro di duemila anni!
Fra le immagini più particolari, questa qui sopra, riproduce una leonessa, fatta scendere nell’arena incinta, con le mammelle gonfie di latte.
Da qui si entra nella estesa galleria che compiva il perimetro di tutta l’architettura, un piccolo museo, dove la Soprintendenza sta portando a compimento il restauro degli altri bassorilievi che un tempo adornavano il cordolo dell’arena…
…c’è anche la statua di un possente animale mitologico…
…e poi, scene quotidiane dall’arena dello spettacolo!
Particolarmente cruenta, quella qui sopra, col lottatore nella polvere…
Pare che queste scene siano molto rare da riscontrare negli altri anfiteatri romani, il che impreziosisce parecchio la visita!
Anche gli elefanti a Lecce, nell’antica Lupiae!
Qui sopra invece una splendida ricostruzione dell’anfiteatro nella sua interezza, un plastico che è custodito all’interno del prezioso Museo del Teatro Romano, uno scrigno nel quale vedemmo in passato la splendida mostra della statua loricata dell’Imperatore…
Un anfiteatro che, come dicevamo, aveva il gemello nella vicina Rudiae (foto sopra, quasi completamente riemerso dopo lo scavo 2016-17), dove però fu scavato completamente nel banco roccioso, sul modello dei teatri greci. A proposito di teatri, si diceva anche del teatro romano di Lecce…
…un’altra meraviglia riportata alla luce dal sottosuolo ai primi del ‘900. Ma questa, come si dice, è un’altra storia!
(che ringrazia l’amico Filippo Montinari per le foto d’epoca. La ricostruzione, come segnalato, è tratta invece da Wikipedia).
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