In Tra Itinerari Turistici e Curiosità
on 13 Dicembre 2014
L’antica via che da Lecce proseguiva verso Acaya e poi fino a Otranto è la protagonista di questo itinerario un pò fuori dagli schemi, che tocca l’arte vera, le architetture e gli incantevoli paesaggi rurali delle campagne di Vernole e Melendugno, persino l’Archeologia. Fra la nostalgia suscitata dalle antiche masserie abbandonate, un tempo piene di vita e di lavoro.
Un viaggio che comincia appena fuori Lecce, nel grazioso borgo di Merine, antica cittadina fortificata, che custodisce nel suo piccolo centro storico alcuni tesori poco noti ma assai interessanti, per il visitatore che va in cerca di chicche.
Il tesoro in questione si nasconde all’interno della chiesetta della Madonna dell’Assunta, una piccola costruzione fortificata…
Fu una scoperta casuale del parroco del secolo scorso, che si accorse dell’esistenza di una piccola abside murata, che custodiva un bellissimo affresco…
Sono affreschi che ricordano quelli più famosi della chiesa di Santa Caterina, a Galatina. Potrebbero risalire al 1400…
Lasciamo Merine, e appena fuori, nelle campagne ci imbattiamo in Masseria Nuova…
In origine doveva essere una costruzione assai imponente. Oggi purtroppo versa in stato di abbandono…
Subito ci invita ad entrare la grande apertura che porta al frantoio ipogeo…
La masseria era un importante centro di produzione di olio d’oliva. Tutta la zona circostante era un grande oliveto.
Scendiamo. All’ingresso della grande sala centrale ipogea, il muro alla sinistra è completamente graffito. Oltre alle croci, ci sono altri simboli, non del tutto decifrabili, fra cui una sorta di scala…
Infine, siamo all’interno del frantoio… e si conservano diverse macine…
Tutto è immoto e silenzio, l’aria profuma di pietra…
Lasciamo questo luogo incantato, rimasto tale e quale al momento del suo abbandono, e giungiamo a Strudà, davanti alla chiesa della Madonna della Neve…
E’ un edificio molto interessante, ricco di altari e opere d’arte, ma la chicca nascosta si trova in un angolo da poco riaperto all’interno del muro perimetrale, dove riappare un affresco cinquecentesco… Rappresenta tutte le sofferenze patite da Gesù durante la sua Passione.
Le campagne di Strudà nascondono un poderoso esemplare di quercia, che qui chiamano la Lizza dei Briganti, legata all’attività (e al nascondiglio) dei fuggiaschi durante le battaglie del Brigantaggio…
E’ un albero molto alto, si staglia di parecchio sopra gli olivi che lo circondano. Abbiamo provato ad arrampicarci, ed in effetti sopra la sua chioma, a diversi metri d’altezza, ci potrebbero stare molti uomini!
Siamo giunti ad Acaya, il borgo famoso per il suo castello…
…ma questa cittadina cinquecentesca, ancora fortificata, custodisce molte altre cose degne di nota. Da poco sono tornate alla luce le grandi vasche delle fosse granarie…
…in una foto di una vecchia cartolina si vede bene che tutta la piazza antistante il castello era piena di queste fosse…
Acaya aveva anche un grande convento francescano, oggi purtroppo quasi un rudere…
Si conserva ancora bene il bellissimo giardino dei frati, però!
Poco fuori il borgo, ecco il grande pagliarone di Acaya!
Costruito nel 1821, è uno dei più grandi in assoluto, in tutto il Salento.
L’interno era completamente intonacato…
…e aveva varie nicchie e vani ad uso dei suoi abitanti. Ma lasciamo questa grande costruzione, ed inoltriamoci fra gli oliveti secolari che circondano questa zona.
Poco distante, Masseria il Bello, un altro grande esempio di antico insediamento rurale…
I muretti che la circondano sono costruiti col classico sistema cinquecentesco…
Parallelamente a questo muro corre la strada carraia, oggi confusa con la vegetazione, ma di cui possiamo intuirne il tragitto nella foto successiva…
…e sul muro, ovunque segni e croci incise dai pellegrini che qui transitavano…
Entriamo nella masseria, a rivivere gli ambienti oggi abbandonati…
Qui c’era un particolare frantoio non ipogeo…
…e accanto a questa pagghiara una serie di lastre megalitiche, che forse nascondono una grande cisterna. Ma non ne abbiamo certezza…
Lasciamo anche questo luogo suggestivo, e giungiamo a Vanze, siamo sempre in agro di Vernole. Subito incontriamo la grande porta medievale…
Ora siamo ad Acquarica di Lecce, altro affascinante borgo medievale, completamente fortificato per il timore dell’arrivo dei turchi…
L’agro di Acquarica custodisce un importante sito archeologico, “Pozzo seccato”, la cosiddetta “masseria” messapica…
L’insediamento doveva avere una grande importanza strategica, visto che era posto lungo la strada che portava alla città messapica di Roca. Aveva possenti muraglie, erette con grandi blocchi megalitici, ed era servita da vari ambienti…
Spingendoci verso la costa giungiamo in agro di Melendugno. Masseria San Basilio, una torre, ed un piccolo insediamento agricolo…
Particolare questo ambiente interno, che alterna una volta a botte con quella a stella…
Ed infine, sempre nei pressi di San Foca, un’altra importante e antica realtà agricola: Masseria Incioli…
Purtroppo anche questa masseria è lasciata al suo destino…
Sulla parete di questo muro, probabilmente delle arnie per le api…
L’atrio interno di questa masseria è rimasto veramente come era in origine…
I pavimenti erano interamente lastricati, ogni stanza aveva un camino…
…c’era la cucina…
…i tetti, costruiti interamente “a cannizzu”…
…il pozzo… oggi ormai infestato…
Il tramonto ormai indica che la giornata volge al termine. Un saluto suggestivo dal Salento di una volta.
(che ringrazia per la foto di copertina Dajana Carrozzi e la sua bellezza mediterranea)
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Ottimo reportage!
Continuate così 😉
Grazie