Prima o poi viene per tutti il momento. Quello di fare i conti con le immagini più forti, rimaste indelebili nella nostra mente fin dall’infanzia più lontana. Quella più antica mi riporta all’età di 5 anni. Una lotta, un mostro, una mamma indifesa. Una scena che nessuno osservava, nella grande chiesa di San Francesco da Paola, in una primavera assolata del 1980, quando Lecce non era ancora la sfolgorante cartolina barocca di oggi.
Il vecchio e degradato vico dè Rainò mi conduceva nella grande piazza antistante la chiesa, allora quasi priva di auto, mano nella mano con mia madre, mio malgrado “costretto” ad assistere alla Messa. E sempre seduto al solito posto. Lì, di fronte alla scena…
Ero letteralmente terrorizzato dalla faccia di quel demonio, con la testa spaccata, ma eternamente vivo… ogni domenica mi chiedevo impaurito: “Ma non muore mai?”
Dovetti aspettare di diventare “grande”, per conoscere l’Arcangelo. Michele, “Mi-ka-El”, ossia “chi è come Dio”, il capo degli angeli, colui che difese la Fede in Dio contro Satana e gli angeli ribelli. In questa bellissima tela di Gianserio Strafella (1564), molto più bella dal vivo, la grande lotta fra il bene e il male si è scatenata ai piedi della Madonna, in compagnia di Santa Caterina d’Alessandria. Questa chiesa è segnata dal culto per l’Arcangelo. In origine, sulla sommità della facciata, c’era una sua grandiosa statua, che purtroppo fu colpita da un fulmine durante il 1500. Da allora, la statua, quasi distrutta, rimase accantonata in un angolo. In questo dipinto d’epoca si vede ancora la sua posizione originaria…
L’Angelo sembrò quasi dimenticato, per secoli…
…eppure don Giovanni, parroco di questa parrocchia per oltre 50 anni non si è mai arreso, chiedendo un restauro che consentisse alla statua, letteralmente fasciata per impedire che crollasse su se stessa, almeno la forza per reggersi ancora in piedi…
Con l’aiuto di un movimento generale di tutto il quartiere, si è infine giunti recentemente a rimettere l’Arcangelo (o quello che ne resta) in sicurezza. Così, oggi è in bella mostra, all’interno della chiesa stessa.
Il culto dell’Arcangelo princeps militiae caelestis (principe delle milizie celesti) ha origine in oriente, ma già alla fine del V secolo giunge in Europa. In Puglia, secondo la tradizione, Michele apparve al vescovo di Siponto nell’anno 490, Lorenzo Maiorano, sul sito dove oggi sorge il Santuario di Michele Arcangelo, sul Gargano. Poi meta costante dei pellegrini che percorrevano la via Francigena. Era un’immagine cara ai bizantini, quella dell’angelo, ma che divenne fondamentale per i longobardi, popolo guerriero, in cui ben si riscontrava il bellicoso popolo germanico che stanziò a lungo in Italia meridionale. Longobardi e bizantini vennero spesso a scontrarsi, ma in comune avevano comunione viscerale con il guerriero celeste. La sua iconografia la ritroviamo in tantissime cripte e chiese rupestri, dalle Murge tarantine fino al Capo di Leuca.
Qui siamo a Mottola, sopra nella chiesa rupestre di San Nicola, e sotto in quella di Santa Margherita…
Particolarmente bello è l’Arcangelo che ritroviamo nella trecentesca chiesa di Santo Stefano, a Soleto… raffigurato proprio al centro della controfacciata, fra il Paradiso e l’Inferno…
…e a ben guardare è vestito proprio come un… cavaliere angioino!
Sono tantissimi gli esempi nel Salento, ne vediamo qualcuno…
Uno stupendo altare all’interno della Chiesa del Carmine, a Lecce.
Particolarmente bellicoso l’Arcangelo raffigurato e scolpito sopra l’arco di accesso di una casa del centro storico di Copertino, con la schiena arcuata a controllare se il suo colpo è andato bene a segno…
Fra i trionfi barocchi della chiesa di Santa Irene, a Lecce…
…dove se ne trovano due…
La città di Lecce ne custodisce alcuni bellissimi, quasi nascosti alla vista: qui sopra bisogna alzare lo sguardo molto in alto, sopra il palazzo che si trova fra le due piazzette S.Chiara e Fanfulla, nel centro storico…
…qui invece siamo in via del Delfino, dove mi incuriosì questa piccola edicola, all’angolo della strada…
…nell’androne del palazzo adiacente si trova questa bellissima scultura, su cui sto ancora cercando notizie.
E per finire, un esempio un pò raro. La grande lotta, stavolta, non vede il male nelle vesti del demonio, ma in quelle umane. Forse l’immagine più emblematica, più adatta ai nostri tempi. Di quando ormai la “fanciullezza” è lontana, e la realtà ci si scontra addosso camuffata in modo sempre più difficile da accettare. E da combattere.
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