Cookie Consent by Free Privacy Policy Generator website Le chiese-torri del Salento

Le chiese-torri del Salento

Nel panorama italiano è una caratteristica architettonica abbastanza rara questa che si riscontra in Salento delle chiese fortificate, ricavate all’interno di una robusta torre, ben munita di caditoie a scopo difensivo, per resistere evidentemente ad un assalto esterno. Ovviamente tutto questo ci riporta ad un periodo storico ben preciso, a partire dal XV secolo, con l’arrivo dei Turchi.

Si visse lunghi anni nel terrore, i castelli, le masserie, le stesse case furono fortificate, per resistere all’onda d’urto della prepotente potenza in espansione, giunta infine anche in Italia. Anche i luoghi di culto, obiettivo sensibile di una fede, quella islamica, che voleva imporsi sopra tutto, dovevano essere rafforzati. Così, oggi possiamo osservare una piccola rassegna di questi luoghi, simbolo di quella vita di 500 anni fa. Cominciamo da Merine…

chiese-torri del Salento

Siamo di fronte alla Chiesa di Maria SS. Assunta, nota anche come “chiesa vecchia” o chiesa di San Vito. Risale proprio al XV secolo. L’esterno, dall’aspetto severo, è protetto dalle piombatoie, ma l’interno presenta autentiche bellezze d’arte…

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L’aula non è molto grande, e presenta un bellissimo altare…

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…con affreschi che sembrano rimandare a quelli della Basilica di Santa Caterina a Galatina…

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…ai lati, due statue che probabilmente provengono dalla vicina Lecce, ed infatti propongono Sant’Oronzo e Santa Irene, i protettori di quella città.

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A Merine si ricorda ancora una storia che col passare dei secoli si è confusa con la leggenda, perché tramandata da fonti orali di casa in casa, e da ultima da nunna Ndata, che morì nel 1998 a 111 anni, racconta di un assalto dei turchi, giunti presso Merine, in agro di Lizzanello. Essi fecero prigioniero un giovane pastore, Ronzu l’Africanu. Al momento di entrare in paese, la truppa fu avvolta da un grande banco di nebbia, impenetrabile. tanto, che furono costretti a tornare indietro, fino a reimbarcarsi. Il prigioniero fu portato alla corte del sultano, che lo prese in simpatia e lo tenne a corte. Fu così che il giovane si innamorò di sua figlia. Entrambi erano devoti della Vergine Maria, ma sapevano di non aver futuro in quella terra. Così, fuggirono verso il Salento. Ma il sultano, sicuramente imbestialito, spiegò la flotta per inseguirli sul mare. La ragazza, conscia che una volta ripresi, sarebbe stato proprio il suo compagno a pagare con la vita, gli ordinò di fuggire. Gli diede la fascia che le cingeva la vita, raccomandandogli di pregare Maria e di offrirla a Lei, che senz’altro lo avrebbe aiutato. Il giovane sbarcò miracolosamente, mentre una tempesta respingeva tra fulmini e saette la flotta turca in alto mare. Lu Ronzu, rientrato a Merine, offrì la fascia al simulacro della Madonna: “Madonna beddra comu ringraziamentu e devozione, e fenca e bbiu e barde lu mundu, nisciunu mai cu te la pozza lliare!”. Nella foto successiva si vede la tela riposta all’interno della chiesetta della Madonna di Costantinopoli, a Merine, con una nave turca in fuga dalla costa alta di Roca.

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Ora andiamo più a sud, appena fuori l’abitato di Poggiardo, dove nel cimitero cittadino si erge un’altra torre inaspettata…

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…anche questa protetta da tutti i lati dalle caditoie.

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Questa torre sembrerebbe ancora meno una chiesa, ad uno sguardo dall’esterno…

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…se non fosse per quel piccolo campanile…

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Entrando, il piano di calpestio si abbassa sensibilmente, bisogna discendere dei gradini…

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Siamo all’interno della chiesa-torre Madonna della Grotta…

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…la cui Icona è incastonata in un pregevole altare decorato…

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Tuttavia, le pareti custodiscono anche altri affreschi rimasti, fra cui i Santi Medici e Santa Lucia.

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All’altezza dell’altare siamo in basso rispetto al piano esterno, ed infatti, alle sue spalle si apre un varco nel banco roccioso, forse il primo insediamento ipogeo…

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Spoglio, ma sono rimasti dei disegni e delle iscrizioni in carboncino che ci riportano a preghiere ed invocazioni fino al 1800…

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Da Poggiardo in direzione della costa adriatica, si arriva fino alle marine di Tricase, in particolare a Marina Serra, per osservare un’altra chiesa-torre, questa divenuta anche Santuario nel 1951, dedicato a Maria SS. Assunta in cielo.

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Risale al XVI secolo, al periodo di massima allerta lungo la costa…

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…infatti l’esterno è massiccio proprio come un piccolo fortino.

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L’interno accoglie nell’altare maggiore la tela dell’Assunzione del pittore napoletano Paolo Finoglio. Ai lati troviamo invece delle raffigurazioni di San Sebastiano e San Francesco da Paola.

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Sulla sponda opposta, invece, lungo il Mar Jonio, a Taviano, si erge la chiesa-torre di Santa Maria delle Grazie, nota anche come la “Cappaddhuzza“…

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Costruita durante il 1600, pare che qui in origine esistesse una cappella dedicata alla Madonna delle Grazie, presso la quale ogni anno, l’8 settembre, si teneva la festa della “Perdonanza”. Nella zona si radunava una grande fiera-mercato. Fedeli e mercanti si radunavano qui, era la “festa ta cappeddha“, regolarizzata poi dal Re di Napoli Ferdinando II con un apposito decreto nel 1831.

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L’interno è ormai spoglio, ma la facciata presenta un bel portale, e il lato destro, sotto la piombatoia, mostra una finestra abbellita da una colonnina.

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Sopra, appena fuori Gallipoli, si erge nelle campagne la Madonna del Carmine, datata XVII secolo, un secolo di continua allerta. La costruzione presenta una torre con caditoia per la difesa. Sotto, siamo in agro del comune di Ortelle, a Vignacastrisi. Il nome ricorda l’esistenza delle vinee castrensis, le fortificazioni in forma di fossati e trincee che difendevano la vicina rocca adriatica di Castro.

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Anche qui, la chiesa madre dell’Immacolata, che risale al 1700, è massiccia e fortificata, e forse è stata derivata proprio da qualche fortificazione preesistente.

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Qui sopra, la chiesa di San Lorenzo, a Lizzanello: anche questa dotata di caditoia sopra la porta di accesso.

Madonna del Casale Ugento

A Ugento, sulla collina del Casale c’è un’antica chiesetta dedicata alla Madonna, riccamente affrescata con opere cinquecentesche. Anche questa costruzione era ben difesa, vista la posizione: si trova infatti provenendo dal mare, in direzione della città, una zona all’epoca molto esposta alle incursioni piratesche.

Madonna del Casale Ugento 2

Qui siamo a Barbarano (Morciano di Leuca), davanti alla chiesa del complesso di “Leuca piccola”, importante stazione di sosta dei pellegrini che sin dal Medioevo si dirigevano al santuario di Finibusterre: costruita nel ‘600, all’interno di una torre, al piano superiore la muratura è costellata di feritoie che servivano alla difesa in caso di assalti.

Qui sopra siamo a Gagliano del Capo. E’ proprio in questa area che la paura del turco ha dato il via alla costruzione del maggior numero di chiese torri: questo è il Santuario di San Francesco di Paola, una robusta costruzione quadrata dall’aspetto monolitico, che ingloba chiesa e convento…

…l’accesso al convento conserva una caditoia datata 1681: il periodo era infatti ancora “caldo”.

E qui sopra siamo a Leuca, davanti alla massiccia costruzione del Santuario di Santa Maria de Finibusterre, il cui accesso era sorvegliato anche in questo caso da una caditoia per la difesa.

Qui sopra siamo invece sotto la chiesa matrice di Surbo: si nota che anche questa chiesa era dotata di caditoie, per la difesa dall’interno.

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Ed a Tricase, incontriamo forse l’esempio più colossale di chiesa-fortificata: il cinquecentesco convento dei Cappuccini! Chiesa e convento, un unico edificio, protetto su tutti e 4 i lati da una serie di caditoie…

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…che nel complesso sono una ventina! Un vero bombardiere difensivo! Ne avevano ben ragione i tricasini, dopo le distruzioni che i Turchi portarono in queste terre…

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L’edificio era posto appena fuori le mura della città. Era dotato di tutto ciò che serviva alla sopravvivenza, anche un forno per il pane. Ovviamente, oltre alla chiesa, attorno alla quale crebbero tutti gli altri ambienti.

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Sotto, inseriamo in questa galleria altri monumenti simili, che divennero sicuramente chiesa successivamente, o ne facevano semplicemente parte…

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…la monumentale torre di Celsorizzo (Acquarica del Capo), XIV secolo, nel cui interno c’è la bellissima cappella di San Nicola, i cui affreschi sono in parte irrimediabilmente perduti…

…il Santuario della Madonna della Lizza (Alezio), che presenta davanti al suo accesso una torre monumentale eretta nel Trecento, e da cui si sorveglia tutta la baia di Gallipoli…

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…e la torre di San Pietro in Bevagna (Manduria, Taranto), nata come vedetta sul mare in epoca aragonese, a cui poi si addossò il Santuario di San Pietro. A questo censimento aggiungo la chiesa di Maria Santissima del Monte Carmelo, a Carovigno, costruita nel XVII secolo appena fuori le mura e perciò fortificata con le caditoie. Da questo panorama scaturisce un territorio che imparò bene a coesistere col suo periodo storico. Gli assalti e le scorrerie dei Turchi non fermarono la laboriosa attività delle genti di questo lembo di terra affacciato sul Mediterraneo.

(La ricerca è ancora in corso, e finora conta 15 esempi di chiese-torri: un panorama unico in Italia!)

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