Che Carlo Magno, il grande re dei Franchi che nella notte di Natale dell’anno 800 fu incoronato Imperatore del Sacro Romano Impero, sia passato dal Salento, è una leggenda talmente radicata nell’anima degli otrantini, e degli abitanti della Valle dell’Idro, da persistere nei secoli, fino ai nostri giorni. Forse giunse in questa parte della Penisola per contrastare i saraceni, fatto sta che proprio nella Valle dell’Idro restò senz’acqua, e se la vide brutta.
Finché ad un certo punto, per la disperazione, scagliò la sua grande spada contro la roccia viva… e all’improvviso l’acqua cominciò a zampillare generosamente. Aveva trovato una grande sorgente! Un luogo, questo, immerso in questa suggestiva vallata, che da allora restò nella memoria del territorio come “le fonti di Carlo Magno”.
Seguiamola, questa vallata, un sito che consiglio personalmente ad ogni persona che voglia passare una giornata all’aria aperta, e sia amante della storia come della natura, perché questo luogo la sorprenderà!
Attorno al piccolo fiume Idro, ed ai suoi due altrettanto piccoli affluenti, si apre una quantità incalcolabile di grotte, naturali e scavate dall’uomo…
…la chiesa rupestre di Sant’Angelo è proprio lungo il nostro cammino, sorprendente cattedrale di roccia, ancora recante affreschi di un mondo lontano…
E’ proprio dopo aver superato la Chiesa, la vallata si apre, facendo sentire il rumore dell’acqua che scorre, nascosta dalla fitta vegetazione…
…e proprio addentrandoci nella vegetazione, che arriviamo infine alle “sorgenti”…
Gli Inglesi, qui, nel 1915, atterrati coi loro dirigibili, costruirono il “nuovo” acquedotto, col preciso scopo di dotarsi di una perenne fonte d’acqua… si era in piena Prima Guerra Mondiale…
“Sul piano della galleria, da un lato, è ricavato un cunicolo scoperto, che porta l’acqua a due vasche-filtro che trovasi situate all’ingresso della galleria. Da esse l’acqua arriva, a mezzo di tre tubi muniti di saracinesche, in due cisterne di deposito. La galleria è chiusa da un cancello in ferro e, nella metà del suo percorso, è illuminata da un pozzo di luce verticale, ricavato nella roccia e riparato in un casotto in muratura coperto con tetto a tegole marsigliesi e con due vani di finestra sprovvisti di infissi”. E’ il verbale sottoscritto dall’Amministrazione del Demanio e dal podestà del Municipio di Otranto, il 3 giugno 1929, quando la Regia Marina cedette l’acquedotto al Comune. Da allora, nulla è più cambiato, nonostante oltre 85 anni di completo abbandono…
Un gigantesco ficus prolifera enormemente…
La galleria si inoltra nel fianco della valle per una lunghezza di circa 70 metri, conservando sempre un’altezza di un paio di metri, per tutta la sua durata. Le due sorgenti si trovano al termine della galleria. La prima scaturisce sul fondo di una piccola diramazione laterale lunga circa 5 metri, la seconda poco prima della fine del tunnel principale. Il Gruppo Speleologico Leccese ‘Ndronico ha fatto le sue esplorazioni, ma oggi questo luogo non è più accessibile…
Per motivi di sicurezza, gli accessi sono stati blindati…
La Valle dell’Idro ci ha abituato ad una lunga serie di luoghi suggestivi, alcuni veramente misteriosi, ed anche di queste Fonti ci sarebbe da pensare… probabilmente c’è una struttura di molto precedente agli Inglesi, che essi hanno riadattato…
… la civiltà che ha abitato questa valle ha lasciato tante tracce di sé, ma non delle sue origini certe.
Certo, è spettacolare come la natura abbia preso il sopravvento sull’abbandono umano…
…il verde, la roccia, la scorza degli alberi, sono i custodi di queste fonti leggendarie…
…il loro silenzio non farà che accrescere questa bellezza e l’aura della sua Leggenda!
(che ringrazia l’amica Tiziana Colluto per le fotografie)
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