Su un’ampia ansa collinare della Murgia Catena, appena dopo la lama Pisciulo ed una cava di tufo, sulla via Appia Antica, dove da secoli, ed è accertato sicuramente anche nel medioevo, esisteva un’antica stazione di posta e di cambio di cavalli romana, i cui stalli sono ben visibili nei due grandi ipogei sotterranei, venne realizzato in due fasi un palazzetto fortificato di sorveglianza
e di attività per una vasta azienda agricola. Probabilmente successivo alle stalle e forse coevo alla cripta sotterranea, un intervento si ritiene fosse quello di una torre normanna (di cui rimane solo la base) costruita forse per la guarnigione a guardia e difesa della stazione di posta …
… in seguito, nel XVI secolo, venne costruito il palazzetto fortificato, a forma di nave, dell’azienda agricola .
Il palazzetto presenta oggi ambienti articolati su due piani. Le superfici del piano terra, destinate a stalle e a depositi degli attrezzi agricoli, sono dislocate su diversi livelli di quota in funzione dei notevoli dislivelli del terreno, mentre gli ambienti del piano nobile, destinati a uso abitativo, presentano ampi locali tra cui un salone con volta lunettata.
Sul leggero pendio davanti alla masseria, sul lato verso la strada principale, si può ammirare una chiesa rupestre dalle pareti interamente affrescate.
La pianta presenta una navata principale con un piccolo slargo a destra ed un braccio cappella-transetto a sinistra dell’abside.
Si accede alla chiesa tramite un dromos scavato nel basso crinale che si conclude con l’ingresso, realizzato nel XVI secolo, in una facciata quasi quadrata costituita da blocchi squadrati di tufo, recante in alto una edicola dove si trovava probabilmente la statua dell’arcangelo Michele.
Si entra in chiesa dall’ingresso della navata centrale costruita nel XVI secolo allargando la preesistente navata medioevale e creando una perfetta volta a botte decorata da affreschi tardorinascimentali.
Si è venuto così a creare un doppio ciclo di immagini realizzato in tempi diversi. La cripta originale era probabilmente dedicata a San Michele Arcangelo e all’interno presenta affreschi più antichi , in vago stile bizantineggiante, raffiguranti santi, vescovi e una Deesis.
La serie di riquadri sulle pareti della volta d’ingresso, invece, presenta storie di Maria e dell’Arcangelo, realizzati da Didaco de Simone nel XVII secolo.
Interessante è il soffitto affrescato a cassettoni con rosette centrali dipinto nel XVI secolo.
Che nel giorno del 6 gennaio dello scorso anno è diventato miracolosamente completamente visibile (foto Jesce).
Nella Masseria sono presenti anche due sculture in pietra del XVII secolo , quella in chiesa raffigurante San Francesco da Paola e l’altra, acefala, su un’edicola sopra il portico di passaggio in mezzo alla masseria, di San Michele Arcangelo.
Sul lato tra la chiesa rupestre e la masseria è stata ricavata una delle grandi stalle che poteva contenere almeno 25 cavalli.
Mentre sul lato più a monte, sempre scavati, vi sono un grande locale, usato forse come magazzino …
… E più in fondo un insieme di vani articolati, tra cui forse era presente anche un trappeto.
Molto interessante il sistema di raccolta dell’acqua piovana che dalle gronde a coppi, sostenute da mensole di pietra, conduce ad una grande cisterna scavata di fianco alla masseria.
Mentre metà del palazzetto è stata ristrutturata purtroppo le condizioni di gran parte dei vani rupestri e gli affreschi della chiesa sono in condizioni disastrose, per cui ci auguriamo un rapido intervento di restauro o d’asporto degli stessi per mettere in sicurezza questo antico patrimonio di cultura medioevale.
Ringrazio tutta l’associazione dei giovani e degli artisti di Masseria Jesce per la calda accoglienza e la guida preziosa, nella persona del carismatico fondatore di Ferula Ferita: Donato Laborante .
Ad Altamura tirava vento ed il cielo era cupo …
… Ma a Masseria Jesce la natura cantava insieme al mio cuore.
Grazie per quello che fate per la vostra terra ragazzi miei!
© Questo sito web non ha scopo di lucro, non userà mai banner pubblicitari, si basa solo sul mio impegno personale e su alcuni reportage che mi donano gli amici, tutti i costi vivi sono a mio carico (spostamenti fra le città del territorio salentino e italiano, spese di gestione del sito e del dominio). Se lo avete apprezzato e ritenete di potermi dare una mano a produrre sempre nuovi reportage, mi farà piacere se acquisterete i miei romanzi (trovate i titoli a questa pagina). Tutto ciò che compare sul sito, soprattutto le immagini, non può essere usato in altri contesti che non abbiano altro scopo se non quello gratuito di diffusione di storia, arte e cultura. Come dice la Legge Franceschini, le immagini dei Beni Culturali possono essere divulgate, purché il contenitore non abbia fini commerciali. I diritti dei beni ecclesiastici sono delle varie parrocchie, e le foto presenti in questo sito sono sempre state scattate dopo permesso verbale, e in generale sono tutte marchiate col logo di questo sito unicamente per impedire che esse finiscano scaricate (come da me spesso scoperto) e utilizzate su altri siti o riviste a carattere commerciale. Per quanto riguarda le foto scattate in campagne e masserie abbandonate, se qualche proprietario ne riscontra qualcuna che ritiene di voler cancellare da questo blog (laddove non c’erano cartelli o muri che distinguessero terreno pubblico da quello privato, non ce ne siamo accorti) è pregato (come chiunque altro voglia segnalare rettifiche) di contattarci alla mail info@salentoacolory.it
Complimenti fortissimi per questo vostro straordinario impegno di documentazione e racconto! Forse meriterebbe una grafica migliorata. Comincerei con il rimuovere lo sfondo nero e a migliorare intestazione, menu e barra di navigazione superiore. Per il resto mi auguro potremo collaborare a organizzare qualche esplorazione insieme. Antonio cicloamici fiab mesagne, http://www.cicloamici.it