Il Salento, specialmente fra il territorio tarantino ed il brindisino, è disseminato di terme romane, ville rustiche, insediamenti, che in epoca classica hanno riempito queste latitudini di attività umane, che hanno lasciato tracce sparse a macchia d’olio. La maggior parte di questi centri erano collegati ad un tracciato che univa Oria all’antica città di Valesio, la Via Istmica, che collegava tutto questo fervore di attività agricole alla Via Appia.
Era un territorio fondamentale per i commerci, gli scambi, tutto ciò che andava e veniva dall’Oriente a Roma passava da qui, scambi materiali ma anche culturali, rapporti fra le genti, che spesso venivano curati in quei luoghi a cui i romani tenevano tantissimo, che erano le terme.
In agro di Mesagne, proprio nei pressi di questa via che univa Oria a Valesio, restano i ruderi delle terme più importanti, oggi poste in località Malvindi…
Purtroppo la struttura non si trova in buone condizioni, recentemente è stata avanzata l’ipotesi per la quale, vista l’impossibilità di uno scavo per mettere in luce il resto del sito e magari farne un parco archeologico, bisognerebbe interrare il tutto, per meglio conservare ciò che è rimasto.
E’ ancora visibile una fornace abbastanza conservata, da cui partivano le condotte in terracotta attraverso le quali passava l’aria calda…
… Il calidario (dal latino caldarium o calidarium, da caldus o calidus, cioè “caldo”, la parte destinata ai bagni in acqua calda e vapore) presenta sul livello del terreno diversi sostegni, sopra i quali poggiava l’intercapedine nella quale scorreva l’aria calda che usciva dalle fornaci…
Sono rimasti ancora qualche ambiente di servizio, gli spogliatoi, le stalle per i cavalli…
…ma di tutto ciò che era questo luogo sontuoso si può ora solo immaginare, immerso in un’amena campagna vagamente disturbata dalla strada provinciale che passa proprio da lì…
E’ rimasto visibile anche il frigidario (dal latino frigidarium, frigídus, ossia freddo, che era la zona dove si facevano i bagni freddi), un tempo decorato da uno stupendo pavimento a mosaico che oggi si può ammirare nelle sale del meraviglioso Museo Archeologico Granafei, posto nel suggestivo castello di Mesagne…
…un Museo, tra l’altro, che farebbe emozionare qualunque visitatore, per le sue preziose testimonianze non solo dell’età romana ma anche della Mesagne messapica.
A testimonianza della intensa attività in queste contrade, resta una strada lastricata, non molto distante da qui, che ancora oggi si può osservare… e che magari risale proprio a quei tempi.
Un mondo perduto, ma il cui intenso passato si può ancora respirare, passeggiando in questo angolo cruciale del Salento, e dell’Impero, che guardava verso Oriente.
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Perchè quel nome? Malvindi
Non saprei, Marcello. Ma credo derivi solo dalla località.