Un incendio delle campagne appena fuori Lecce ha riportato in vista ciò che era sempre stato nascosto dai rovi: un menhir!
E’ alto 2,85 metri (ma potrebbe non essere l’altezza originaria, mentre la larghezza va dai 60 cm del lato largo ai 30 cm del lato corto), è addossato al muretto a secco della masseria “Vitorizzo” (a due passi dal Santuario di Sant’Oronzo fuori le mura) come se vi fosse caduto addosso. Ma quando l’ho scoperto e l’ho visionato non c’era traccia sul terreno dello scavo dove doveva essere infitto. Forse quindi non si trovava proprio in questo punto. Giuseppe Palumbo nel suo “Salento Megalitico” scriveva che a Lecce i menhir o pietrefitte conosciute erano 4: – Pietrafitta podere 30 ente riforma – Pietrafitta Basciucco I – Pietrafitta Basciucco II (scomparsa) – Pietrafitta delle Cave (scomparsa). Potrebbe essere uno dei due monoliti scomparsi. Anche perché Cosimo de Giorgi non fa cenno nei suoi Bozzetti di Viaggio alla presenza di questo menhir in questo sito. Questa strada, che è quella che congiunge Lecce a Torrechianca, un tempo era denominata “vie delle quattro finite”: le finite erano le pietre che delimitavano i terreni, quindi il monolite potrebbe anche riferirsi a questa antica “segnaletica” di questo territorio. Ho subito segnalato la scoperta alla Soprintendenza ed al Comune di Lecce, oltre che alla Polizia, suggerendo magari di metterlo al sicuro all’interno del recinto del Santuario di Sant’Oronzo. Accanto alla famosa stele dove la tradizione ricorda il sito del martirio del patrono della città. Un modo di perpetuare la Memoria, di questo angolo di Salento.
ALESSANDRO ROMANO (chi sono)
© Questo sito web non ha scopo di lucro, non userà mai banner pubblicitari, si basa solo sul mio impegno personale e su alcuni reportage che mi donano gli amici, tutti i costi vivi sono a mio carico (spostamenti fra le città del territorio salentino e italiano, spese di gestione del sito e del dominio). Se lo avete apprezzato e ritenete di potermi dare una mano a produrre sempre nuovi reportage, mi farà piacere se acquisterete i miei romanzi (trovate i titoli a questa pagina). Tutto ciò che compare sul sito, soprattutto le immagini, non può essere usato in altri contesti che non abbiano altro scopo se non quello gratuito di diffusione di storia, arte e cultura. Come dice la Legge Franceschini, le immagini dei Beni Culturali possono essere divulgate, purché il contenitore non abbia fini commerciali. I diritti dei beni ecclesiastici sono delle varie parrocchie, e le foto presenti in questo sito sono sempre state scattate dopo permesso verbale, e in generale sono tutte marchiate col logo di questo sito unicamente per impedire che esse finiscano scaricate (come da me spesso scoperto) e utilizzate su altri siti o riviste a carattere commerciale. Per quanto riguarda le foto scattate in campagne e masserie abbandonate, se qualche proprietario ne riscontra qualcuna che ritiene di voler cancellare da questo blog (laddove non c’erano cartelli o muri che distinguessero terreno pubblico da quello privato, non ce ne siamo accorti) è pregato (come chiunque altro voglia segnalare rettifiche) di contattarci alla mail info@salentoacolory.it
Leave a reply