La Lecce messapica, finora abbastanza avara nel concedere immagini del suo passato, continua a mostrarsi agli appassionati, pudica, sollecitata dai lavori del Comune, che procede nel programma di riordino dei beni cittadini. Finora, per ammirare le vestigia di quella che fu la città preromana, bisognava fare una lunga passeggiata fra le vetrine del Museo “Castromediano”
straordinario scrigno che meriterebbe risonanza nazionale, per il gran numero di reperti e ricostruzioni, capaci di illustrare un quadro completo di quel periodo…
…oppure, una discesa nel celebre Ipogeo Palmieri, fra i suoi ambienti sotterranei ed i bellissimi bassorilievi (vedi l’articolo)…
…oppure, ancora, non molto tempo fa, si è aperta una visuale del tutto inedita alle spalle del convento del Carmine (l’attuale Rettorato): gli scavi hanno riportato in vista le mura messapiche della città, che gli aragonesi riutilizzarono sapientemente per le loro fortificazioni…
…è un bel vedere, sotto il campanile del chiostro…
…si vede anche una parte di fossato…
…mentre negli scantinati di un palazzo a ridosso dell’antico circuito murario della città (fra Porta Napoli e Porta Rudiae) un certosino lavoro dell’Università del Salento, in collaborazione con i lungimiranti proprietari di casa, ha messo in evidenza il basamento delle mura messapiche, ora ben custodite sotto un piano di legno smontabile, e quindi fruibile.
In questi scatti d’epoca, che fanno parte della collezione dell’appassionato ricercatore di storia locale Filippo Montinari, si vedono gli scavi dell’inizio del secolo scorso a Lecce, che portarono alla luce numerose tombe. Alcune delle quali, come quella qui sopra, custodivano all’interno una iscrizione in lingua messapica…
Sono le classiche tombe che accomunano le tribù dell’antico Salento, l’attuale provincia di Lecce, in vari siti, per forma e dimensioni.
Particolare del “tridente”, una delle lettere dell’alfabeto messapico.
La nuova scoperta riguarda i sotterranei del Teatro Apollo, che il Comune ha da poco restaurato e reso fruibili….
E’ qui che sono stati ritrovati due sarcofaghi che risalgono al III secolo avanti Cristo contenenti due scheletri, uno dei quali di un bambino, e poi gioielli e monete del IV secolo a. C. e alcuni resti di mura messapiche…
…difficile dire se si tratti della mura urbiche: pochi metri oltre il muro della foto qui sopra, se ne intravede un altro…
…ma potrebbero anche essere strutture abitative. Certo, la vicinanza con le sepolture potrebbe indicare la presenza della necropoli, che in altre città messapiche era posta a ridosso delle mura. Ma questa è solo un’ipotesi.
Qui sotto il teatro, siamo sul piano di calpestio della città messapica, sul suo fondo roccioso, tutto visibilmente lavorato e adattato. Qui camminavano i nostri progenitori. Gli scheletri ritrovati, i sarcofagi, ed i reperti, sono stati trasferiti a Taranto per gli studi, che prevedono un percorso museale all’interno di questo storico contenitore culturale della città.
Una nuova stagione si prospetta all’orizzonte. Con la speranza che il nostro luminoso passato, sposandosi con quello più recente, possa far fiorire sempre di più questa città millenaria.
Lo scavo ha permesso di allestire un piccolo e interessante museo archeologico, e qui lo potete visitare!
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