ENGLISH-ITALIAN VERSION. La Valle della Cupa, la grande depressione alluvionale del Salento centrale, ha restituito nel 1968 la più antica scultura in pietra del Salento: il cosiddetto Idoletto di Arnesano. Presso l’attuale Comune, in località Riesci, già Cosimo De Giorgi aveva individuato alla fine del 1800 l’esistenza di un villaggio del Neolitico,
catalogando egli stesso numerosissimi reperti, fra armi, utensili in selce e ossidiana, oltre a tantissime terre cotte. Tutto lascia immaginare la presenza di un’attivissima officina neolitica. L’area è molto interessante, nei pressi passava una strada scavata nel banco roccioso, che in molti punti è ancora oggi visibile, e da Riesci si dirigeva verso Rudiae (l’antica città messapica e poi romana).
La scoperta dell’Idoletto fu casuale. Fu rinvenuto un vano ipogeo, scavato artificialmente, una tomba a grotticella: al suo interno c’era uno scheletro in posizione fetale. Fra le braccia aveva il famoso idoletto…
Sopra vediamo una ricostruzione (tratta dal libro di F. G. Lo Porto, 1972) ed una sezione della tomba. All’epoca quei resti umani furono purtroppo gettati, e così oggi non è possibile avere una datazione circa la sepoltura, e nemmeno un’ipotesi sul sesso dell’individuo: non sappiamo se era uomo o donna. La tomba ospitava anche tre vasi, ed era chiusa e sigillata con una lastra.
La prof. Ingravallo, dell’Università del Salento, confrontando questa sepoltura con un’altra ritrovata a Carpignano Salentino, l’ha datata a circa 7000 anni fa. La statuetta è certamente molto interessante. Ha una forma fallica, con sembianze umane, anche se qualcuno ci ha visto somiglianze con il volto di una civetta. Nulla di certo si può dire su di essa, come sul suo significato.
Sarebbe bastato anche solo sapere se la persona sepolta con esso fosse maschio o femmina, per formulare qualche congettura…
…ma comunque, basta solo vederlo, dal vivo, che esso trasmette messaggi in codice, sensazioni sottili e insieme pungenti, che giungeranno dagli occhi nel cuore del visitatore. La statuetta è custodita nel Museo Archeologico di Taranto, ma il Comune di Arnesano custodisce un fedele calco dell’originale, al quale rimando tutti gli appassionati di storia e preistoria, sopratutto quelli di Terra d’Otranto, sulle tracce di un lontano ed ancora vivo passato.
Chiudo questo breve reportage con l’immagine sopra, della esposizione all’interno del meraviglioso Museo Archeologico di Taranto…
…con questo suggestivo reperto, ritrovato dallo studioso Mauro Pantani in località Monte Pitti (Comune di Suvereto, Livorno) e consegnato da lui stesso alla locale Soprintendenza: un elemento lapideo in pietra sedimentaria, lavorato in forma antropomorfa in ipotetica età etrusca, che molto mi ha fatto ricordare il nostro Idoletto…
…e quest’altro oggetto, un ciottolo inciso proveniente dal cosiddetto Riparo Gaban (Trentino Alto Adige, la foto è tratta dal sito web di questo link). Non sono un archeologo, mi permetto in maniera molto leggera di lasciare qui una mia personale interpretazione dell’Idoletto, fra l’altro riportata in un mio romanzo di fantasia, L’Alba del Difensore degli uomini: secondo me rappresenta un neonato in fasce, come ancora fasciavano i bambini nella mia terra fino al secolo scorso, un modo per far “crescere” l’infante, proteggerlo, e allo stesso tempo permettere ai genitori di lavorare la terra o gli animali. La fasciatura riduceva il neonato quasi come una mummia, solo la testa ne veniva fuori. E quest’ultimo esempio, che pare mostrare le due braccia penzoloni rende meglio l’idea. Un’idea che, ovviamente, non è da considerare opera di un addetto ai lavori!
(che ringrazia il Comune, e l’amico Luigi Paolo Pati, per la sua impagabile carica umana, degna di un territorio dove la civiltà si è insediata prestissimo!)
(text by Luigi Paolo Pati)
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