Immersa in uno scenario paradisiaco, l’Oasi di Torre Guaceto, agro di Carovigno, oggi area marina protetta e riserva dello Stato, è uno dei parchi naturali più suggestivi che vanti il Salento. Luogo perfetto per una passeggiata nella natura ma anche nel proprio spirito, che qui respira un’atmosfera ideale al raccoglimento e la meditazione.
Un territorio abitato fin dalla Preistoria e che durante l’Età del Bronzo, duemila anni prima di Cristo, qui aveva importanti villaggi, come ha testimoniato l’Archeologia con i suoi numerosi ritrovamenti di ceramiche e reperti d’ogni tipo. Il Canale Reale qui sfociava, portando l’acqua, e rese appetibile l’insediamento fino ad epoca romana, quando qui c’era persino un piccolo porto.
Oggi, tutta l’area è il paradiso degli escursionisti che, a piedi o in bicicletta, vivono la pienamente bellezza di questo Parco, suddiviso in aree ben distinte.
La parte del leone la fanno le specie floricole, ed in primavera qui si può ammirare uno spettacolo veramente appassionante…
…è consigliabile fare la passeggiata a piedi, perché un ritmo lento, fra i sentieri nel bosco consente un pieno appagamento dei sensi.
Il mare fa capolino in tutti i sentieri!
In questo caso ci dirigiamo verso la scogliera dove si erge la torre cinquecentesca, ma anche il cordone delle dune merita una sosta.
C’è una struttura che ospita sul suo terrazzo un favorevole punto di osservazione, dal quale si possono ammirare le dune e la torre costiera…
…deliziose calette si nascondono alla vista dall’interno…
…ma una volta giunti sulla costa, si può apprezzare la limpidezza delle acque e la pulizia della sabbia.
Sopra, siamo riusciti a fotografare un grosso e vistoso ramarro, di un verde sfolgorante!
Il Canale Reale qui ha formato dei laghetti che sono il paradiso delle specie volatili migratorie.
Ma puntiamo ora verso la Torre…
Questo luogo era meta già dal XI secolo dei pirati saraceni, che venivano attirati dalla grossa presenza dell’acqua. Fu infatti un geografo arabo nel 1164 a indicare il posto col toponimo “Gaw sit”, che sta a significare “luogo dell’acqua dolce”. Da qui venne “Guaceto”. Una prima torre di guardia esisteva già con gli Angioni, nel 1400, ma durante gli Aragonesi fu eretta la torre che vediamo oggi, che poi fu dotata anche di un grosso cannone.
Le due isolette, note come gli scogli di Apani, furono anch’esse abitate durante l’Età del Bronzo, come hanno testimoniato le ricerche archeologiche.
Sul promontorio della Torre, altre strutture, riferibili a quel periodo, resistono ai secoli e al mare…
Particolarmente vistoso il locale, voltato a botte, posto proprio a metà fra la torre e il mare…
…l’interno è spartano e conserva solo delle piccole nicchie per gli utensili più immediati…
Visto da sopra, sullo sfondo si nota la struttura precedente, sul mare…
Un posto magico, che unisce la storia, di un così lungo periodo di frequentazione, e la bellezza della natura, con un mare ed un entroterra da sogno!
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