Per chi crede, si tratta di Dio, per gli altri è la mano del destino. Forse l’unico che non si pone il dilemma della strada che si è intrapresa nella vita, è proprio l’Artista. Gli antichi greci dicevano che gli artisti erano perseguitati dai demoni, anzi, da una “divina follia”. La verità dimostrata dai millenni del percorso dell’uomo lungo la via dell’Arte è che l’Artista crea perché non conosce altro modo per affrontare i propri demoni, in qualsiasi modo li si voglia intendere, i “demoni”.
Forse, il “demone” scatenante di Luigi De Mitri, autentico maestro della pittura, del disegno e dell’affresco del Salento, è stata la prematura scomparsa di suo padre, morto appena prima che il figlio nascesse, in un drammatico incidente ferroviario. Luigi crebbe con affianco i dipinti del padre mai conosciuto. Chissà, forse inconsciamente intraprese la sua strada. Un talento innato, straripante, incontenibile, fin dall’infanzia. Dopo i primi prodigi delle scuole elementari e medie, l’Istituto d’Arte di Lecce, e poi l’Accademia delle Belle Arti. Ed ecco le ali che si aprono, dall’alto del monte delle Muse. Luigi sentiva stringersi dalla morsa di un ambiente soffocato da sè stesso e dalle convenzioni. Decide di partire per il suo volo solitario. Elabora il suo stile. Uno “sfumato” a metà fra Espressionismo ed Impressionismo, una visione ideale che ricostruiva una realtà intima e vibrante.
Poi venne il momento dell’affresco, una tecnica antica e difficilissima, una vera e propria sfida, vinta in un tripudio di passione immolato sugli altari delle parrocchie fra Corato, Otranto e Giuliano. Opere di grandi dimensioni, addirittura diciotto metri di estensione ed un’altezza di quattro. Ed intanto le mostre con le sue opere venivano accolte in tutta Italia, spaziando da Roma a Milano, ed ovunque nel mondo, dagli Stati Uniti all’Europa, fino a Gerusalemme.
I temi affrontati spaziano dal sacro al sociale, toccati sempre con quel suo stile personalissimo, che lascia l’occhio spettatore sospeso in un universo sfumato eppure deciso, misteriosamente luminoso, anche quando la tavolozza sembrerebbe povera.
Nella sua copiosa produzione si ricordano i 100 dipinti su La Sacra Bibbia, 86 dipinti sulla Divina Commedia, 36 dipinti sugli amori infelici di Partenio di Nicea, 10 dipinti sui barboni della stazione Termini di Roma. Per la Libreria Editrice Vaticana ha arricchito con le sue miniature (un’altra tecnica molto antica di cui il maestro si è voluto impossessare) il libro di Papa Benedetto XVI, “Cercate le cose di lassù”.
Luigi De Mitri, classe 1943, nativo di Squinzano, residente a Lecce, col cuore alla sua città ispiratrice, Leuca, continua a viaggiare per il mondo senza mai rinunciare al suo amato Salento. Continua a sperimentare, acquisendo e superando tecniche diverse, in uno slancio d’autentico amore per la vita.
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