Per secoli le genti del Salento si sono sostentate grazie al lavoro e il commercio dell’olio, che sin dal Medioevo divenne una vera e propria attività industriale, che coinvolse moltissimi lavoratori, sia nella costruzione dei frantoi ipogei (al momento se ho censiti quasi un centinaio, vedi qui), sia nella raccolta delle olive dai meravigliosi alberi oggi plurisecolari (vedi qui).
L’olio era trasportato in massima parte nel grande porto di Gallipoli, dove era imbarcato e trasportato verso il nord Europa, e serviva all’illuminazione delle principali corti europee. Il viaggio che ho fatto questa volta ha ripercorso una delle strade principali che secoli fa vedeva il passaggio di centinaia di carri, da ottobre fino a febbraio, che è rimasta intatta, proprio come allora!
In Salento, il fondo roccioso spesso affiorante è stato di grande utilità per le vie di comunicazione in antichità: i Romani, abituati a lastricare le loro strade, qui si saranno certamente trovati meglio!
Un’altra ricerca che continuo a condurre è infatti un censimento fotografico di tutte queste fondamentali vie di trasporto (vedi qui).
Qui siamo all’uscita di Maglie, parallelamente alla moderna strada che conduce in direzione Gallipoli: al termine di via Palma, l’asfalto finisce e ci si ritrova proiettati nel passato, attraverso questa antica strada circondata pure dall’ambiente originario del Salento: le querce e la macchia mediterranea!
Diventa anche una passeggiata naturalistica!
Qualche centinaio di metri, ormai fuori città, si incontra una cappella…
La cappella è dedicata a San Donato…
…sopra il suo ingresso si conserva una caratteristica croce…
…l’interno è semplice e intimo, conserva ancora gli affreschi…
…tornando sulla strada, si nota un’altra masseria, di quelle che sono presenti già appena fuori l’abitato di Maglie…
…la via è ora accompagnata dalle querce…
Lasciata Maglie, ripenso che proprio in città visitai il suo frantoio principale, quello delle Fogge (vedi qui): sto ripercorrendo la via dei magliesi che sin dal 1500 seguivano verso la loro fonte di sostentamento…
La strada è larga poco più di due metri…
…la trovo molto fascinosa per via di questo ambiente naturale!
In alcuni tratti vi è l’aggiunta di una diramazione che certamente serviva per far passare due carri che venivano da direzione opposta.
Tutto il percorso è stato sapientemente accompagnato da alcuni pannelli, che illustrano la strada sia dal punto di vista storico che naturalistico.
Procedo in direzione ovest, diretto verso Gallipoli: è lì infatti che sta per tramontare il sole. Non so quando i frantoiani facessero i loro viaggi, se di mattina o pomeriggio. Ad ogni modo, questo è ciò che vedevano nel pomeriggio: il sole davanti.
I pannelli esaltano la pregevole diversità biologica della Natura.
Il silenzio e la quiete sono clamorosi! Una pace veramente ricreativa, l’unica presenza “umana” sono i pannelli che ogni tanto accompagnano la carreggiata. I profumi della vegetazione selvatica ti penetrano le narici con una naturalezza che abbiamo scordato, vivendo in città. Consiglio veramente a tutti una passeggiata qui!
Questa strada portava a Gallipoli. Ideale prosecuzione di questo viaggio è ora un piccolo reportage sulla tappa finale delle olive. Ma questa è un’altra storia.
E’ tempo di ritornare. Grato alla Proloco di Maglie, l’Amministrazione comunale che ha permesso tutto ciò (la salvezza di questo considerevole tratto di una via perduta poi sotto l’asfalto) e gli studiosi che hanno accompagnato i visitatori attraverso i loro pannelli informativi, Emilio Panarese e Francesco Tarantino. Il Salento autentico vive ancora.
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