Una delle sette perle dell’Università del Salento è il Museo dell’Ambiente, uno dei sette Musei realizzati dalle varie scienze dell’Ateneo salentino, collocato nel complesso dell’Ecotekne (presso Monteroni), visitabile e aperto al pubblico, scrigno di una ricca serie di sorprese inaspettate. Il MAUS è stato realizzato nel 2001 nel quadro del progetto coordinato Catania-Lecce.
È stato ideato per divenire, insieme all’Orto Botanico e al Museo di Biologia Marina, uno dei punti di documentazione e didattica sull’ambiente naturale e la promozione della cultura scientifico-naturalistica del Salento.
Oltre alla lunga serie di reperti, fossili di animali e piante, e ricostruzioni realistiche degli stessi, il Museo consta di una collezione di strumenti e apparecchi scientifici dei secoli XIX e XX…
… una stazione meteorologica, connessa ad un database di dati storici che risalgono al 1875, attrezzatura per la ricerca in laboratorio e sul campo, fossili del Miocene e del Cretacico e una collezione di sezioni trasversali di tronchi d’albero per studi Dendrocronologici.
La Natura raccontata nel MAUS è quella esistita in passato, in particolare tra 78 e 3 milioni di anni fa. Questa descrizione è possibile grazie a circa 1500 fossili che hanno costituito la base fondante per l’istituzione del Museo nel 1999.
I periodi rappresentati sono essenzialmente il Cretacico (78 – 65 milioni di anni fa), il Miocene (23 – 5 milioni di anni fa) e il Pliocene (5 – 2 milioni di anni fa). Durante questi periodi il Salento non era ancora la penisola che conosciamo oggi. I fossili contenuti nelle sue rocce sono tutti marini, a testimonianza di un lungo periodo di sommersione.
Angelo Varola è stato il fondatore della Paleontologia universitaria a Lecce, ma queste collezioni sono state studiate anche da ricercatori di altre università per un totale di oltre 50 pubblicazioni.
Qui sopra un gigante marino, Cetotheriidae, risalente al Miocene, ritrovato in una cava a Cavallino.
Ovviamente la fanno da padrone le varie forme di vita di crostacei e conchiglie…
…ma anche le stelle marine e i cavallucci di mare.
Suggestivi i calchi di varie specie di pesci, rimasti intatti nelle rocce…
Il possente squalo Megalodonte, di cui possiamo apprezzare i suoi impressionanti denti, perfettamente conservati!
Fra le tante creature marine che sono fuoriuscite dagli scavi nei pressi della tangenziale di Lecce, anche una balena!
Qui sopra, una Makaira nigricans, con in bocca ancora una lisca di pesce di qualche sua preda!
Le ossa della famosa balena sono parecchie!
Qui sopra, Archeopterix litographica, un uccello che visse in Germania nel Giurassico, che aveva molte caratteristiche in comune coi dinosauri.
Alcuni dei bellissimi esemplari della flora ritrovata presso Surbo, alle porte di Lecce.
Qui sopra uno scorcio di passato lontanissimo, nello specchio di un albero secolare vissuto un milione di anni fa…
…e qui sopra, chiudiamo con un uccello acquatico proveniente da Sant’Andrea, nel Pliocene. Un piccolo assaggio, di quello che il viaggiatore nel Salento finito in questo splendido Museo potrà recepire con una visita di persona!
Un ringraziamento speciale al prof. Genuario Belmonte (Full Professor Zoology), direttore del Museo, per la visita e la chiacchierata concessa. E all’amico e geologo Stefano Margiotta, che per primo mi ci portò!
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