Cookie Consent by Free Privacy Policy Generator website Monte Sant’Angelo, un viaggio

Monte Sant’Angelo, un viaggio

L’anima più autentica di un luogo unico al mondo come il Gargano è racchiusa nel seno di Monte Sant’Angelo.

Piccolo borgo-scrigno, sorto intorno all’anno Mille, la sua storia è legata al celebre Santuario di San Michele Arcangelo, e comincia 5 secoli prima, con la grande Apparizione del Principe delle Milizie Celesti, Michele (“Mi-ka-El” che significa “chi è come Dio?”) nell’anno del Signore 490. Un viaggio in questa straordinaria città cambierà per sempre il suo visitatore!… Ci si arriva facilmente da Manfredonia, inerpicandosi sulle pendici del Gargano, lasciandosi dietro un panorama mozzafiato, mentre l’automobile sbuffa lungo i ripidi e numerosi tornanti che portano molto in alto, a quasi 800 metri sul livello del mare. E’ qui che si intravede il borgo, asserragliato attorno al suo nucleo storico… Il castello fu fatto costruire intorno all’anno 837, ma subì ampliamenti e revisioni da Normanni, Svevi e Angioini, finché nel 1400 Francesco di Giorgio Martini ne curò la definitiva fortificazione aggiornandolo alle nuove tecniche di guerra con le armi da fuoco…. La piazza d’armi è il risultato di un’opera di riempimento avvenuta in periodo aragonese. Gli scavi effettuati negli ultimi lavori di restauro hanno portato alla luce, oltre che murature del periodo longobardo, anche una necropoli del VI-VII secolo d.C. …. Entrando all’interno della fortezza si prova l’emozione di fare un salto indietro nel tempo, l’aria stessa è carica del peso della storia… In epoca federiciana il castello si dotò di una cisterna a doppia camera, capace di contenere ingenti quantitativi dell’acqua proveniente dalle piogge e dallo scioglimento delle nevi durante il periodo invernale… In questo settore, lo spessore delle mura di oltre tre metri, la loro orditura irregolare, fatta con pietre di differente grandezza, mostra elementi difficilmente riscontrabili nei castelli dall’anno Mille in poi. Tutto questo fa pensare che siano opera precedente all’arrivo di Svevi e Normanni, e che quindi risalgano ai Bizantini che qui si insediarono dall’890 in poi. Il castello era sicuramente dotato di appartamenti adibiti ad ospitare i nobili ed i personaggi illustri che si recavano in visita al Santuario dell’Arcangelo. Il Salone, probabilmente di epoca federiciana, era diviso in tre camere. Al piano superiore erano situati altri ambienti, purtroppo poi andati distrutti. … Dopo lo sbriciolamento del regno federiciano, i castelli appartenuti a quella dinastia divennero prigioni, sotto Carlo d’Angiò, che si preoccupò di imprigionare tutti i discendenti di Federico II… e fra queste mura trovò la morte la principessa Filippa d’Antiochia… e come spesso si riscontra in tanti altri vetusti castelli, non fu la sola anima dannata a spirare nelle anguste segrete della inviolabile fortezza… Dall’alto dei suoi torrioni, si gode il panorama a strapiombo sulla vallata sottostante. E non sfugge già l’insegna dell’Arcangelo…. Dicevamo della Sua Apparizione, nell’anno 490. La tradizione narra di un certo Elvio Emanuele, un ricco signore che aveva perso un toro e che lo ritrovò dentro un’inaccessibile caverna. Impossibilitato a recuperarlo, decise di ucciderlo, ma la freccia che scagliò gli ritornò indietro, ferendolo. Spaventato dal prodigio, corse dal vescovo della vicina Siponto, il futuro santo Lorenzo Maiorano. Dopo averlo ascoltato, il vescovo indisse tre giorni di preghiera e di penitenza al termine dei quali San Michele Arcangelo gli apparve in sogno dicendogli: “Io sono l’Arcangelo Michele e sto sempre alla presenza di Dio. La caverna è a me sacra, è una mia scelta, io stesso ne sono vigile custode. Là dove si spalanca la roccia, possono essere perdonati i peccati degli uomini. Quel che sarà chiesto nella preghiera, sarà esaudito. Quindi dedica la Grotta al culto cristiano”. Il vescovo però non diede seguito alla richiesta dell’Arcangelo perché in tutta quella zona persisteva dalla notte dei tempi inestirpabile il culto pagano.  Due anni dopo, Siponto si trovava sotto assedio da parte del re barbaro Odoacre, e in una drammatica situazione di assedio, il vescovo ottenne una tregua di tre giorni, durante i quali si strinse attorno alla sua gente in preghiera. Ed è proprio in questa situazione che l’Arcangelo riapparve, promettendo loro la vittoria. Rinsaldati dal prodigio, gli assediati si gettarono fuori della città scatenando una furiosa battaglia, accompagnati da una grande tempesta di sabbia e grandine che si rovesciò addosso ai barbari, che, spaventati, fuggirono. In segno di riconoscenza, la gente del posto salì in processione sul Monte, ma ancora una volta il vescovo non ebbe il coraggio di entrare in quella grotta. L’anno successivo, si era ormai nel 493, il vescovo si recò a Roma, intenzionato ad eseguire gli ordini dell’Arcangelo e parlarne direttamente con Papa Gelasio I, il quale lo incaricò di entrare nella grotta e consacrarla. Egli eseguì la missione, ma l’Arcangelo gli apparve di nuovo, dicendogli che la cerimonia di consacrazione non sarebbe stata necessaria perché aveva provveduto Egli stesso a consacrare la Grotta. Fu così costruita una chiesa all’ingresso della grande cavità naturale, fu dedicata all’Arcangelo Michele il 29 settembre 493 e rimane fino ai nostri giorni come l’unico luogo di culto mai consacrato da mano umana, ricevendo il titolo di “Basilica Celeste”……. Scendere questa scale fa un certo effetto, dopo aver scoperto questa storia… Tracce di ogni epoca si susseguono fra le pareti di questa grotta. I Longobardi, nel VII secolo, ne fecero il loro monumento nazionale. Subì purtroppo il saccheggio dei Saraceni nell’871. Quindi divenne luogo obbligato per il passaggio dei cavalieri e dei Templari che si recavano in Terra Santa. E di milioni di semplici pellegrini che qui si susseguirono per 1500 anni. Tutte le pareti sono letteralmente, ad ogni centimetro, occupate dai graffiti lasciati da viaggiatori, penitenti e devoti che si succedettero in questo luogo sotterraneo. Quando la grande grotta si apre davanti agli occhi è uno spettacolo indicibile. Patrimonio Mondiale dell’Unesco, secondo la National Geographic Society rientra fra le prime 10 grotte più belle del mondo (unico sito italiano) ed è una fama meritata in pieno! … Ci fu un’ulteriore Apparizione dell’Arcangelo, nel 1656, quando tutta l’Italia meridionale era afflitta dalla peste. Il vescovo Alfonso Puccinelli, disperato si rivolse a san Michele con preghiere e digiuni. All’alba del 22 settembre, assorto in preghiera avvertì come un terremoto e subito dopo San Michele gli apparve ordinandogli di benedire i sassi della sua grotta scolpendo su di essi il segno della croce e le lettere M. A. …..Chiunque avesse tenuto con sé quelle pietre sarebbe stato salvato dalla peste. Il miracolo avvenne, o perlomeno, la città fu risparmiata dal morbo. Il Santuario, nella sua veste attuale, fu costruito nel XIII secolo da Carlo I d’Angiò. La statua del Santo, che si trova nel cuore della Grotta dove avvenne l’Apparizione è opera di Andrea Sansovino, un artista che operò a cavallo fra 1400 e 1500, ma recentemente la critica ha attribuito l’opera allo scultore fiesolano Andrea di Pietro Ferrucci, suo contemporaneo. L’altare della Madonna invece risale all’XI secolo. Il Santuario custodisce ancora la porta di bronzo, fusa a Costantinopoli nel 1076, dove sono raffigurate scene del vecchio e nuovo Testamento. Sotto ne vediamo un’immagine, tratta dal libro “Il Gargano” (del Beltramelli). Nelle viscere di questa sacra caverna il visitatore può ammirare anche un Museo… qui anche le pietre che vi si estraevano erano ritenute sacre… il culto micaelico è strettamente legato alla pietra e all’acqua… e le pietre erano utilizzate per consacrare altari e chiese, e da ogni dove erano richieste a gran voce… Nel Museo si trovano anche reperti e ceramiche del periodo classico… ma anche una pregevole collezione di maioliche e acquasantiere, ottocentesche e novecentesche… Nella collezione anche epigrafi, stemmi… e sopratutto il museo lapidario, che ospita più di 200 manufatti databili fra IV e XVI secolo, provenienti dal Santuario e da luoghi immediatamente vicini… Importante il corpus epigrafico longobardo, che testimonia la presenza dei pellegrini fra VII e IX secolo, iscrizioni che raccontano di devoti nobili quanto di estrazione sociale assai umile, di ogni provenienza, così da riconoscere caratteri goti, franchi, sassoni, alemanni e sopratutto longobardi…..a testimonianza di un pellegrinaggio di portata europea… ma qui si trovano reperti provenienti dall’area della vicina chiesa di San Pietro, del complesso monastico dei Celestini, dell’abbazia di Santa Maria di Pulsano….oltre che ovviamente dal santuario stesso… di cui possiamo visitare i luoghi più antichi, alle origini della sua costruzione… La cosa incredibile è la traccia continua di questi graffiti!…. Una storia nella storia, fra memorie minime e sconosciute! Un luogo che davvero val la pena conoscere. Per chiunque, credenti e non, amanti di storia e dell’arte…. Il viandante moderno, dopo la visita al Santuario non mancherà di proseguire, a pochi metri, verso il sito della ex chiesa di San Pietro e la cosiddetta tomba di Rotari… Una rampa di scale collega l’atrio superiore del Santuario all’area monumentale dove sorgono i resti di questi monumenti… Le vicende della chiesa di San Pietro presero le mosse nell’VIII secolo con l’edificazione di un impianto a tre navate, a cui seguì, nell’alto medioevo, la costruzione della fabbrica più grande. La chiesa divenne così, probabilmente, il battistero annesso alla nuova chiesa di San Pietro. Di quest’ultima, distrutta alla fine dell’Ottocento, rimangono l’abside e il pavimento originario. L’ingresso al Battistero è sormontato da due lastre che raffigurano episodi della vita di Cristo, un’opera di grande intensità espressiva, forse opera di un artista locale formatosi nel sud della Francia… Intorno all’anno Mille la costruzione era limitata al solo corpo cubico inferiore, su cui, nel XII secolo, fu eretta una straordinaria cupola dal sapore islamico… Si intravedono anche alcuni affreschi superstiti, fra cui una Crocifissione del XIII secolo… Adiacente è la chiesa di Santa Maria Maggiore, ritenuta la cattedrale di Monte sant’Angelo, risalente all’XI secolo. Sulla facciata risalta la bellezza del rilievo con la Madonna e il Bambino… L’edificio è impostato su una pianta a tre navate, decorate con capitelli del XIII secolo, periodo in cui federico II chiamò intorno a sé i più valenti scultori della zona, che probabilmente lavorarono anche qui… Stupendo è il ciclo degli affreschi, realizzati fra XIII e XV secolo … santi, vescovi, monaci, guerrieri, martiri, offerenti, principesse orientali e occidentali, una Vergine dalla bellezza bizantina…. sembrano cantare, in coro muto ed eterno, la lunga storia di fede verso Dio e il suo Principe delle Milizie Celesti…

ALESSANDRO ROMANO (chi sono, clicca qui)

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