Conosco il suggestivo Ninfeo delle Fate da quando ero ragazzino, negli anni ’90, quando scorrazzavo in bicicletta nei luoghi più nascosti e abbandonati di Lecce e dintorni, facendomi sedurre da quell’idea della bellezza della storia che poi mi è cresciuta negli anni fino ad animare appassionatamente le mie ricerche di semplice curioso indagatore. In quegli anni, questo luogo era abbandonato alle ortiche
mentre oggi, grazie all’intervento del Comune, è tornato al suo antico splendore, con tutto il suo carico di fascino secolare.
Siamo alla periferia di Lecce, in Masseria Tagliatelle, una cinquecentesca dimora nobiliare, molto particolare soprattutto per quello che nasconde nelle sue viscere…
Sotto questo bassorilievo ricavato dalla roccia viva, e oggi ormai non più recuperabile, c’è l’ingresso a quello che tutti conoscono come Ninfeo delle Fate…
…il nome lo hanno dato sette sculture nella roccia, sette figure femminili, molto grandi, coi lunghi capelli, che sembrano uscite da un quadro del Botticelli. L’ambiente si compone di tre vani, qui sopra siamo nel primo: sulla sinistra c’è l’ingresso ad un’altra stanza…
…sul cui pavimento corrono delle canalizzazioni nelle quali scorreva certamente l’acqua…
…questo ambiente è perfettamente circolare, lungo il suo perimetro corre il sedile utilizzato dai suoi frequentatori.
Osservando verso l’alto si apprezza la circolarità dell’aula, decorata in maniera semplice ma perfetta.
Ritornando nella stanza di accesso, si nota il colore che dovevano avere gli ambienti, un blu acceso e vivissimo ancora oggi. E poi una grande pianta di acanto (la pianta prediletta poi dagli artisti barocchi) sembra emergere dal banco roccioso stesso…
…altre due “fate” accanto, nel cui messo spicca un vano decorato da una grande conchiglia…
Qui siamo nel terzo e ultimo ambiente. Sul pavimento c’è il segno di altre canalizzazioni…
…e poi altre statue e conchiglie.
Salendo al piano terra, in alto, sulla scalinata, c’è un affresco ancora in fase di recupero, datato 1585: si tratta della scena dell’Annunciazione dell’Angelo alla Vergine Maria.
Negli ambienti della masseria ci sono camini, e un grande forno (sopra), decorato ad arte…
…il suo interno è ancora perfettamente conservato!
Mi ha molto incuriosito la presenza di queste grandi vasche in pietra leccese, ricavate da un unico blocco monolitico. Appena a nord di Lecce, a masseria Barrera, ne venne trovata una con la data incisa: 1481. Proprio il periodo dell’invasione turca del Salento. Così osservo sempre queste grandi strutture…
…qui non riesco a decifrare date, c’è una figura femminile (forse un’altra “fata”, dovevano essere proprio di casa!)…
…e altri segni ormai indecifrabili…
…mi sembra strano anche il fatto si trovino qui, dove non c’è un frantoio: Queste erano di solito le vasche utilizzate per conservare l’olio di oliva.
Sopra un camino si affacciano altri graffiti…
…e una lunga serie di croci. Testimoni di una lunga storia, che cerca di riemergere dopo secoli di vita e poi di abbandono, di una tipica dimora nobiliare del Salento. Con le “fate” in più!
(Qui, gli altri ninfei di terra d’Otranto)
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Complimenti! Un luogo veramente affascinante. Ma tutta la Puglia è così. Vi ho fatto tre viaggi con uno storico dell’arte di Milano, una decina di anni fa. Mi è rimasto un ricordo indelebile e se ci penso provo tanta nostalgia.
Grazie per le tue parole, Silvia!