E’ nato a Otranto un meraviglioso museo archeologico, una mostra permanente dal titolo “I luoghi della Preistoria. Porto Badisco e la Grotta dei Cervi”. Situata nelle sale del castello aragonese, essa proietta il visitatore in un mondo che dal secolo scorso era precluso a storici e appassionati: quello che si è schiuso con la clamorosa scoperta della grotta di Badisco, nel febbraio del 1970.
Il percorso si snoda lungo una serie di sei sale, al cui interno si potrà provare persino la suggestiva (è dir poco!) esperienza di un ingresso virtuale nella Grotta dei Cervi attraverso una visione in 3D con gli appositi occhiali.
L’esposizione regala la visione inedita di circa 250 reperti archeologici selezionati dagli scavi del 1970-1971 della Soprintendenza Archeologica.
Il progetto di allestimento (il primo nucleo del Museo Civico di Otranto) è stato curato dal Comune di Otranto e dalla Soprintendenza Archeologica, in collaborazione con l’Università del Salento.
Il viaggio fra le vetrine di questa esposizione provoca un turbinio di interesse, per via dei tanti reperti, molti dei quali conservatisi in ottimo stato.
Come è noto, la Grotta dei Cervi è luogo che per la delicatezza dei pittogrammi in essa realizzati (6000 anni fa) rimarrà sempre precluso alle visite turistiche, perciò questa passeggiata acquisisce così tanto valore.
Questi oggetti sono la “vita” dei nostri progenitori, migliaia di anni fa.
Questa immagine è forse la più rappresentativa: il volto figurato dipinto della Divinità Madre. Da un orlo di vaso del VI millennio a.C.
Qui sopra, la pintadera, il timbro utilizzato per dipingersi il corpo (V millennio a.C.)
Questo viso di donna mi ha catturato per molto tempo…
…qui sopra, un altro timbro: se ne sono trovati di diversi tipi, col disegno a spirale o a meandri.
La spirale è un motivo ricorrente a Badisco, anche nei pittogrammi.
Enorme la quantità di punte di frecce, raschiatoi, pietre da lavoro trovate in grotta, oltre alle ceramiche. Di cui sorprende la varietà e la fantasia nella decorazione… questa gente aveva un proprio stile, una propria cultura.
Una sala è dedicata alla recente scoperta dell’abitato fortificato dell’età del bronzo di Portorusso (Badisco, 1600-1400 a.C. circa).
Anche da qui è copiosa la messe di reperti e informazioni raccolte.
Interessante questa statuetta, rinvenuta presso i Laghi Alimini. Risale al tardo Paleolitico (10000 anni fa) ed è fatta in osso.
Accanto ad essa, numerosi strumenti litici.
Ma le sale dedicate alla Grotta dei Cervi mi intrigano sempre di più, invitano a tornare, i particolari da osservare sono tantissimi. Qui sopra (10), placchetta per l’estrazione di vaghi in osso (VI-IV millennio a.C.)…
…punteruoli in osso, sempre dello stesso periodo…
…al quale si riferisce anche questo triton, una conchiglia utilizzata come strumento sonoro.
Anellone in pietra, spillone e accetta in bronzo (V-II millennio a.C.)
…una lucerna neolitica…
…e dei manici di scodelle, di tipo antropomorfo (VI-V millennio a.C.)
Quello che avete visto è solo un piccolo assaggio! Consiglio a chiunque una visita al Castello di Otranto, l’esperienza che ne ricaverà non potrà che arricchirlo umanamente e culturalmente.
© Questo sito web non ha scopo di lucro, non userà mai banner pubblicitari, si basa solo sul mio impegno personale e su alcuni reportage che mi donano gli amici, tutti i costi vivi sono a mio carico (spostamenti fra le città del territorio salentino e italiano, spese di gestione del sito e del dominio). Se lo avete apprezzato e ritenete di potermi dare una mano a produrre sempre nuovi reportage, mi farà piacere se acquisterete i miei romanzi (trovate i titoli a questa pagina). Tutto ciò che compare sul sito, soprattutto le immagini, non può essere usato in altri contesti che non abbiano altro scopo se non quello gratuito di diffusione di storia, arte e cultura. Come dice la Legge Franceschini, le immagini dei Beni Culturali possono essere divulgate, purché il contenitore non abbia fini commerciali. I diritti dei beni ecclesiastici sono delle varie parrocchie, e le foto presenti in questo sito sono sempre state scattate dopo permesso verbale, e in generale sono tutte marchiate col logo di questo sito unicamente per impedire che esse finiscano scaricate (come da me spesso scoperto) e utilizzate su altri siti o riviste a carattere commerciale. Per quanto riguarda le foto scattate in campagne e masserie abbandonate, se qualche proprietario ne riscontra qualcuna che ritiene di voler cancellare da questo blog (laddove non c’erano cartelli o muri che distinguessero terreno pubblico da quello privato, non ce ne siamo accorti) è pregato (come chiunque altro voglia segnalare rettifiche) di contattarci alla mail info@salentoacolory.it
Leave a reply