C’è un piccolo mondo antico, citando il libro di Antonio Fogazzaro, alle porte di Lecce, a pochi metri dalla grande tangenziale che circumnaviga la città. Certo, succede spesso, nel Salento, di imbattersi in luoghi simili, scorci tangibili e romantici di una lontana (ma non troppo) storia minima, fatta di lavoro, sudore, preghiera. Ma personalmente è sempre un piccolo miracolo, quando ciò accade! Specie quando succede col frastuono intorno dei camion e le trombe impazzite delle auto.
Siamo sulla strada che congiunge Lecce a Villa Convento, all’altezza appunto dello svincolo che collega questa via alla tangenziale cittadina. Alcuni ruderi, pagghiare ed un paesaggio letteralmente di pietra, attira il mio sguardo e mi fa gettare l’auto nella campagna. A piedi, lasciata la via, subito compare una strada ben più antica…
E’ interrata, ma si riconosce subito una grossa carraia. La seguo…
Passa davanti a questa cappella. Purtroppo rovinata dall’abbandono…
…l’interno voltato perfettamente a botte…
L’affresco è rovinato anch’esso, ma osservando con attenzione si riconosce un santo, ripreso di profilo. Le fonti che ho trovato riportano questa cappella (o “cuneddra“) dedicata a Sant’Antonio.
Alla destra della cappella, proprio affianco, c’è questa grande opera di scavo, ora ricoperta di erbaccia e materiale di risulta. Però si notano le pareti completamente intonacate. In queste condizioni si può vedere null’altro, purtroppo…
Di fronte alla cappella, si scorge una grande pagghiara…
Poche decine di metri e la si raggiunge…
…è veramente grande, anche se anch’essa risulta danneggiata dal tempo, col tetto parzialmente crollato…
Di fronte alla pagghiara una grande aia ricorda i tempi in cui accoglieva il grano ed il lavoro dei contadini.
Torniamo verso la strada carraia… sullo sfondo si intravede una masseria…
Non resta che seguire… la strada!
Sopra, ad un certo punto la strada si biforca: noi veniamo da Lecce, a destra prende la direzione di Villa Convento, a sinistra punta verso la masseria…
La via verso Villa Convento presenta solchi profondissimi e almeno due corsie ben visibili. Purtroppo punta verso la Tangenziale, ed è destinata a sparire sotto di essa…
…allora torno indietro…
…e proseguo verso la masseria, che le carte riportano col nome “Morello”.
E’ una delle più belle carraie che ho percorso! Ad un certo punto comincia a fare una gincana!
Sembra la Formula Uno dei carri di una volta!
Prima di arrivare alla masseria però salto il muretto e mi dirigo verso tutte queste costruzioni a secco poste a lato…
Ovunque il fondo roccioso è affiorante… Sullo sfondo, la depressione della Valle della Cupa.
La volta di questa pagghiara ha ceduto di schianto.
Accanto aveva questo scavo perfettamente squadrato… è largo oltre un metro, abbondante…
A cosa serviva? Sembra avere una scanalatura per essere chiuso con una grossa lastra…
Altri ruderi informi… intorno ne è pieno…
Tutto crollato, collassato, come sabbia sotto le onde del tempo…
Entro nella masseria lateralmente. Tutto abbandonato, anche se alcuni ambienti sono stati rimessi in sesto con mattoni di cemento, segno che sono stati utilizzati fino al secolo scorso.
Questo è l’ambiente più vecchio…
Una grossa pila ricavata dal classico monolite di pietra leccese.
Da questa distanza il rumore della Tangenziale si avverte di meno… per un attimo mi pare di sentire le sensazioni di quei tempi!
Si ritorna!
Ma questa passeggiata m’è rimasta nel cuore!
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Che piacere scoprire che a te come a noi di Avanguardie questo angolo di Salento non pare solo ciò che c’è di lato alla Tangenziale ovest. Innamorati persi da anni di questo scorcio stiamo riproponendo per domenica 10 gennaio un trekking già fatto in zona nel 2010, rivisto e corretto nello sviluppo a causa dei pannelli solari. Sarà con noi Andrea Baccassino, il cabarettista salentino. Ti va di aggregarti? Emanuela e Totò
Accidenti… domenica sono di turno col mio lavoro “ufficiale”!… devo accantonare i miei adorati svaghi…