La chiesa di Santa Maria di Devia o di Monte D’Elio è un gioiello del romanico pugliese, in cui si custodiscono cicli di affreschi dal gusto bizantineggiante, datati tra i secoli XII e XIV. Si trova nel territorio di San Nicandro Garganico (Foggia). Caratterizzata come tutti gli edifici medioevali da periodi di notevole importanza alternati ad altri di decadimento, dopo un periodo di abbandono
da parte della comunità di abitanti della zona, l’edificio venne custodito dagli eremiti, che incontrarono difficoltà per mantenere i piedi una costruzione di siffatte dimensioni.
Dopo il loro abbandono, la chiesa fu occupata dai pastori e destinata a ricovero di animali fino al crollo della copertura, che rese l’edificio inutilizzabile per secoli.
Nel 1969 furono decisi i restauri, che hanno consentito il recupero dell’edificio e del ciclo di affreschi conservato all’interno.
La presenza di numerose figure e scene religiose nobilita gran parte delle pareti, mentre le decorazioni sono limitate a pochi elementi.
La facciata è a salienti , termina in alto con un campaniletto a vela (leggermente spostato rispetto all’asse longitudinale) aggiunto più tardi. In corrispondenza del campanile, più in basso, si apre una piccola finestra circolare sovrastata da una croce segnata nella muratura.
Il portale ad arco è leggermente incassato nel piano della muratura e presenta tre conci di pietra rossa.
Nei prospetti laterali si aprono alcune monofore e finestre circolari.
La chiesa è a pianta basilicale, a tre navate absidate su ognuna delle quali si apre una monofora.. All’esterno le absidi sono decorate con archetti ciechi cui si aggiungono, nell’abside maggiore, costolonature verticali.
Le tre navate interne sono divise tra loro mediante colonne circolari prive di basi e terminanti con capitelli cubici.
La presenza di un pilastro nella campata a sud, vicino al presbiterio, fa pensare che la scelta di utilizzare le colonne avvenne in fase di costruzione, quando dalla parte absidale ci si muoveva verso la facciata.
L’ipotesi è che la chiesa in origine dovesse essere dotata di pilastri massicci e di maggiore altezza, e che venne ridimensionata in corso d’opera costruendo colonne tonde al posto dei pilastri.
Il soffitto è costituito dalle tradizionali capriate di legno.
Il ciclo di affreschi conservato all’interno della chiesa è databile al XII-XIII secolo per la navata e l’abside destre. Mentre al XIV-XV secolo sono attribuiti gli affreschi della navata sinistra e dell’ abside centrale.
La conca absidale centrale ospita una Deesis di messaggio probabilmente escatologico: al centro un Cristo Pantocratore imberbe e nimbato è seduto su un trono; indossa una tunica rossa ed un mantello verde/blu.
Il Cristo Pantacratore ha la mano destra benedicente alzata, e nella sinistra regge un volumen la cui iscrizione non è chiara: probabilmente è ricordato ancora una volta il passo di Giovanni «Ego sum lux mundi».
Ai lati del Cristo ci sono la Vergine, con nimbo ed abito marrone, che offre il seno .
In alto, in corrispondenza della Vergine e del Battista, due angeli (probabilmente Serafini) reggono un cartiglio con l’iscrizione S S S, abbreviazione dell’acclamazione “Sanctus, Sanctus, Sanctus” (Isaia, 6, 1-3).
A destra San Giovanni Battista, anch’egli nimbato, sta con le braccia incrociate sul petto.
Nel catino absidale destro è dipinto un busto del Cristo Pantocratore. Nella mano destra regge un volumen sul quale appare il passo evangelico «Ego sum lux mundi» (Giovanni 8, 12).
Ai lati dell’aureola crucesignata c’è il Monogramma di Cristo nella forma “IC XC”.
La parete della navata destra inizia, dal presbiterio, con una teoria di sei Santi a figura intera inseriti entro arcatelle che poggiano su colonnine. La prima terna rappresenta probabilmente apostoli: sono riconoscibili iconograficamente San Paolo, San Pietro e Sant’Andrea. Paolo è raffigurato con barba e capelli bruni, mentre Pietro e Andrea con barba e capelli bianchi.
La seconda triade è composta da un santo monaco, un santo pellegrino e un altro santo irriconoscibile perché molto rovinato.
Un riquadro successivo presenta una Theotokos Odeghitria nimbata e seduta su un trono decorato; il Bambino ha il nimbo crucesignato.
Accanto, due sante martiri nel gesto dell’acclamatio reggono ognuna una croce dorata; i loro abiti sono preziosamente decorati e indossano sulla testa delle cuffie a calotta.
All’immagine di S. Leonardo (foto sopra, in alto a sinistra) fu poi sovrapposto, in un secondo momento, un ulteriore affresco rappresentante una santa regina ( molto deturpata ) ed un giovane santo imberbe.
Oltre la porta laterale di accesso, abbiamo gli ultimi due pannelli, raffiguranti quattro santi Vescovi benedicenti con pastorale e per ultimo Sant’Ippolito a cavallo.
Sant’Ippolito a cavallo.
La navata dalla parte sinistra dell’ingresso principale, ospita una serie di affreschi tra cui una Madonna in trono con Bambino e Santi…
…e continua con un santo barbuto, seguito da San Giovanni Battista e dalla Madonna in trono.
Per visitarla bisogna telefonare al parroco della Parrocchia del Carmine, 0882471889.
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Ho letto tante pubblicazioni su questa chiesa, ma la più completa è senza dubbio l’opera di Gianclaudio Petrucci (“Gli affreschi della chiesa di S. Maria di Devia”, Foggia 2015): la migliore ricostruzione storica e la migliore interpretazione storico-artistica finora edite. Peccato per lo stato di degrado in cui versa il sito!