Il Santuario di S.Oronzo fuori le mura custodisce la storia della comunità cattolica della città di Lecce, ma per un triste caso del destino è rimasto abbandonato a sé stesso, ai margini della grande tangenziale cittadina, nel punto dove essa incrocia la via che porta alla marina di Torrechianca. E’ nel giardino di questa chiesa che la tradizione riporta il luogo dove il Santo fu martirizzato col taglio della testa.
Per arrivare qui, lungo la strada che lascia la città, si incontrano 9 cappelle. Non sappiamo se in origine fossero di più, quel che è certo è che sono le uniche rimaste, e purtroppo molte in stato di assoluto abbandono. Fu il percorso che Sant’Oronzo fece, trasportato dai romani, per essere giustiziato fuori città.
Superata l’ultima cappella il Santuario si erge solitario dalle campagne. L’attuale edificio è una quasi totale ricostruzione del 1907, ad opera del vescovo Gennaro Trama, sui ruderi del precedente santuario del 1657.
Il culto pare si perda nella notte dei tempi, ma scarsamente documentato nell’antichità. A Causa delle alterne vicende del territorio, la memoria e il culto per il primo vescovo della città di Lecce si andò sempre più perdendo nella memoria. Restano però alcune tracce importanti nelle fonti storiche, come il Diploma di Tancredi del 1181, che cita la fiera di Sant’Oronzo che si teneva in città da tempo immemorabile, nei pressi della Porta San Giusto, proprio l’ultima domenica di agosto, in ricordo del Martirio del Santo.
Approfittando della passeggiata insieme all’amico Roberto Leone, provetto pilota di droni, possiamo scattare qualche fotografia del santuario dall’alto.
Il drone si alza sicuro, nonostante il forte vento, e la perizia di Roberto ci porta così in cielo!
Possiamo così ammirare anche il panorama sullo sfondo, nel quale si intravede Masseria Le Moline, di cui apprezzammo in passato il grande frantoio in un altro articolo…
…e poi, proprio sopra la cupola, la meraviglia di osservare la pianta a croce, visibile solo dall’alto!
La festa di Sant’Oronzo risale al 1500 ma fu sospesa nel 1640, per poi essere successivamente ripristinata vent’anni dopo, nel 1658, quando la tradizione devozionale vuole sant’Oronzo liberatore dei leccesi dalla peste. Fu allora che Brindisi donò il fusto marmoreo di una delle due colonne del suo porto, poste al termine della via Appia, per fare da basamento alla statua del Santo, in legno rivestita di rame, che domina l’omonima piazza leccese. Sant’Oronzo è affiancato da Giusto e Fortunato e insieme vengono commemorati come patroni il 26 agosto. Le prime notizie che riguardano questi santi sono tratte da un’antica pergamena del secolo XII, oggi non più esistente. Giusto, discepolo di S. Paolo, era in viaggio verso Roma, quando una tempesta lo fece naufragare sulle coste di Lecce. E’ qui che incontrò Oronzo e Fortunato, zio e nipote e li convertì al cristianesimo. La Tradizione racconta che fu lo stesso S. Paolo a nominare Oronzo primo vescovo della città. Da qui cominciò la sua opera di evangelizzazione, che, in tempi difficili per i cristiani, li portò alla cattura, e al martirio di Oronzo.
Il luogo dove il Santo fu decapitato è proprio qui, nel giardino di questa chiesa…
… questa stele ne indica il posto…
Una iscrizione del 1714 dice al viandante devoto che questo è il luogo dove cadde Sant’Oronzo, e che pregando qui potrà ottenere aiuto subito.
Entriamo nella chiesa… oggi purtroppo spoglia, con le pareti bianche, pochi altari, e luminosissima.
La grande cupola è ancora più imponente, vista dall’interno…
La tela di Luigi Scorrano, pittore leccese nato nel 1849, campeggia sull’altare dedicato al Santo, martirizzato all’alba del 26 agosto del 68 d.C.
Se ne può osservare una riproduzione in una piccola edicola quasi nascosta all’angolo di viale Taranto, di fronte all’obelisco di Lecce (foto sopra).
Poi, l’altro altare mostra un’altra tela, probabilmente raffigura lo sbarco di San Giusto della tradizione…
C’è una teca, che custodisce metaforicamente la testa tagliata del Santo…
…ed infine la lapide dedicatoria del 1655…
Oggi in questo luogo non risuonano più preghiere o invocazioni, il silenzio ha preso possesso delle sue pareti bianche…
…ma esso continua nonostante tutto a sussurrare, dalla sua campagna, verso i cuori di chi ad esso viene attirato.
(che ringrazia l’amico Roberto Leone per il pomeriggio insieme)
GALLERIA FOTOGRAFICA SANT’ORONZO A LECCE
Sant’Oronzo sulla Colonna Romana donata dalla città di Brindisi nel Seicento alla città di Lecce in segno di devozione al santo per essersi salvata dalla peste.
Altare di Sant’Oronzo, chiesa Cattedrale di Lecce.
Chiesa di Santa Croce, la tela che ricorda il tremendo terremoto del 1743, che investì tutto il Salento ma che a Lecce, come si legge nell’epigrafe sotto la tela (in un primo caratteristico dialetto leccese), non fece alcun danno, per merito del santo.
La più grande statua di cartapesta leccese, il Sant’Oronzo della chiesa di Santa Teresa, alto oltre 4 metri.
La banderuola in bronzo con l’immagine del Santo, posta in cima al campanile del Duomo.
Statua del Santo in bronzo (XVII secolo), Museo Diocesano di Lecce.
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