Il castello di Gallipoli ritorna a vivere, aperto a storici, curiosi e visitatori, dopo 157 anni di abbandono e chiusura. Un evento che è stato possibile grazie all’agenzia Orione di Maglie e al Comune di Gallipoli, che ha così voluto riportare alla ribalta il simbolo storico della città.
Storicamente Gallipoli ha occupato un posto strategicamente fondamentale, nel cuore del Mediterraneo. Fin dai tempi dei Messapi, rappresentava il vitale scalo marittimo dell’importante città di Alezio.
Divenuta cittadina durante l’Impero Romano, Gallipoli crebbe e si sviluppò a partire dall’anno Mille, sotto i Bizantini, che ricostruirono il castello, probabilmente sopra le preesistenti fortificazioni romane. Posto a guardia dell’isoletta su cui sorge la città, il maniero sorvegliava non solo il mare, ma anche l’entroterra, evidentemente per difesa anche contro minacce più prossime.
La pianta è semplice e massiccia, le mura superano in alcuni casi lo spessore dei 7 metri. Alla progettazione ebbe parte integrante l’architetto senese Francesco di Giorgio Martini. Un fossato lo circondava da ogni lato, e durante il 1500 fu costruita la cortina di levante, il Rivellino.
Oggi è possibile visitare questo affascinante castello, all’interno del quale sono stati approntati percorsi didattici, accompagnati da interessanti pannelli esplicativi. Cominciamo dunque questa piccola grande avventura!
Dalla piazza d’armi, il cuore della fortificazione, fornita di un pozzo per le riserve d’acqua, si accede ai vari locali che si aprono intorno.
La sala ennagonale è la più imponente di tutto il castello. E’ semplicemente enorme, ed una fotografia non riesce a contenerla tutta!
Da sotto questa gigantesca cupola, si accede, tramite un lungo e stretto corridoio, agli altri ambienti.
E qui giungiamo ad un altro ambiente a cupola, costruito successivamente al primo impianto, addossandolo alle mura precedenti.
Il castello di Gallipoli è stato sede e testimone di una enorme quantità di traffici e commerci, che interessavano tutta la Terra d’Otranto. L’olio lampante del Salento, che illuminava mezza Europa, partiva da questo porto in direzione di Londra e delle metropoli medievali del Nord (a questo link trovate il reportage fatto lungo i resti della strada carraia che da Maglie giungeva qui a Gallipoli). Ma qui c’era anche la base del commercio del sale, e nel castello di Gallipoli è rimasto pressocchè intatta la sala destinata a questo uso.
La città era fiorente, dal 1500 fino a tutto il 1600 era un’eccezione, per tutta la Terra d’Otranto. Fiorivano le Confraternite, grazie ai commerci, e queste edificavano sontuose chiese, e palazzi, per fare a gara a chi realizzava le più perfette costruzioni.
Il castello di Gallipoli aveva anche una cappella, di cui purtroppo sono rimasti pochi affreschi, che certamente un tempo ricoprivano tutto l’ambiente, che conserva ancora un matroneo, dove sedevano le signore in posizione più riservata.
Non manca l’ambiente riservato al grande forno, che rifocillava tutti i residenti…
…e appartamenti dedicati all’alloggio di chi viveva qui, tutti dotati di camino per il riscaldamento.
Il castello di Gallipoli custodisce anche qualche traccia misteriosa. Come questo disegno a carboncino, una tecnica che qualche volta si incontra in giro per il Salento: raffigura un uomo barbuto che mira uno strano uccello. Il tutto sulla parete sotto un arco che sovrasta tre fori ricavati nel muro…
I panorami che si possono ammirare dal castello di Gallipoli sono suggestivi, e sempre sotto lo sguardo sereno di maestosi gabbiani che sorvolano la città.
Una visita di persona è raccomandabile, a chiunque voglia vivere un’esperienza interessante, all’interno di una città che nel complesso non cesserà mai di intrigare i suoi visitatori!…
…e che ancora custodisce sorprese stupefacenti, come i graffiti delle carceri del castello…
…ma questa è un’altra storia!
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