La “scittala du namicu”, così chiamata perché da lì salivano i saraceni per assalire il casale di Tiggiano. I “limmatuni” sono gradini di roccia, di terra, tra spine, rovi, “scrasce”. Gli abitanti di questo territorio partecipavano ai riti religiosi nella grotta de Santummuru, era il centro della loro fede e centro nevralgico dello stesso. “Canale lo Toma”, è un’altra location come “Santummuru”.
Molte persone anziane ricordano la stessa con la presenza di affreschi. In fondo, dicono c’era un affresco e un piccolo altare. Oggi l’ingresso della grotta è ostruito da materiali e dalla vegetazione spontanea.
In quel posto v’era una piccola specchia che fungeva da difesa contro i nemici; è rimasta a quella zona il nome dialettale o in vernacolo di “specchiaddhrine”.
Possiamo essere arcisicuri che il primo nucleo di abitanti di Tiggiano, dopo il disboscamento si sia situato nella zona delle Specchiaddhrine Grandi e Piccole, la zona più elevata del territorio. Se specchia sta a significare un megalite tondeggiante, costruito con le pietre che serviva a difendersi dagli attacchi nemici, Specchiaddrhine, piccola specchia un piccolo rilievo sul quale era stata costruita una piccola specchia.
Il sito è quello che si trova andando verso ovest, al di là del ponticello ferroviario, ma anche al di qua. Al di qua si trovano sulla roccia segni di interventi antropomorfi per la raccolta dell’acqua, lo scavo a forma di piccola tomba.
Dove la Necropoli? Un altro segno della presenza antropomorfa si trova nella piccola zona chiamata “petra focaia”, sicuramente qui esisteva un forno per cuocere gli oggetti di terracotta che venivano prodotti da un figulo locale. Sulla roccia viva si è trovato un doppio cerchio, prodotto da mani d’uomo, forse ospitava una macina d’olio o di frumento.
Il primo insediamento risalente al XIII secolo era stato su una piccola altura, da dove si scorgeva il mare della Serra.
L’altura veniva scelta per non essere molestati dalle piogge abbondanti, ma il rilievo li esponeva alla vista dei nemici provenienti dal mare. La circostanza determinò lo spostamento dei pochi “fuochi” a spostarsi nell’attuale location.
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