Cookie Consent by Free Privacy Policy Generator website Le Specchie del Salento

Le Specchie del Salento

La Specchia è una delle costruzioni più enigmatiche che possiamo osservare in Salento, ma si tratta di una delle manifestazioni di possesso di un territorio più diffuse, nel mondo. Un grande cumulo artificiale di pietre (e anche terra, come vedremo) col quale i suoi costruttori potevano controllare il territorio circostante. Ed in tempi difficili, faceva la differenza.

Per fare un viaggio in questa realtà del Salento, siamo partiti da Specchia Silva, in territorio di Taurisano, per riflettere sullo scopo per il quale esse venivano costruite, e quando si cominciò a farlo. Gli studiosi sono divisi su due interpretazioni. La prima dice che siamo davanti a costruzioni preistoriche, l’altra invece le colloca nel Medioevo.

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Qui siamo nell’oliveto che nasconde Specchia Silva. Posta a mezza collina, è l’ultima superstite di un sistema di sei specchie situate nell’agro di Taurisano. Se si tratta davvero di monumenti preistorici allora viene strano pensare a quei tempi come alle epoche successive, fatte di lotte e guerre continue fra le nazioni. Più probabilmente allora l’utilizzo doveva avere a che fare con l’avvistamento delle mandrie di animali selvatici, che si spostavano nella macchia mediterranea o l’eventuale bosco che ricopriva il territorio. E forse, chissà, erano luoghi “sicuri”, dove trovare rifugio se non si faceva in tempo a rientrare, visti i tempi, che vedevano anche i lupi che scorrazzavano anch’essi in caccia.

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Qualcuno ipotizza che esse fossero utilizzate come faro, con l’accensione di fuochi, per comunicare a distanza.

specchia silva 1

Cosimo De Giorgi descrive Specchia Silva durante l’Ottocento alta oltre 20 metri, con 35 metri di diametro, ma probabilmente era più alta, e nei secoli dopo il suo abbandono le sue pietre furono riutilizzate dai contadini per i muretti a secco. Uno di essi mi ha raccontato che qui fino a tempi relativamente recenti, su un fianco della specchia fu impiantata una fornace, la vediamo nella foto sotto, con base circolare…

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…nella quale si gettava dall’alto il pietrame per realizzare la calce… sotto vediamo i resti dell'”impasto”…

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Tuttavia c’è anche un’altra ipotesi circa origine e funzione, e colloca come si diceva le specchie nel Medioevo…

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In agro di Supersano c’è la famosa Motta dei Normanni… la vediamo sotto…

motta normanna di supersano

Si tratta della tecnica con cui i Normanni prendevano possesso dei territori che conquistavano. Alzavano una collina di terra, nel punto che essi avevano individuato, poggiata su grossi massi, sopra la quale ci costruivano un fortino di legno, col compito di sorvegliare la zona. Metodo pratico e veloce. Dall’Inghilterra in giù, verso la Sicilia, e poi nell’Italia meridionale, praticarono sistematicamente questo metodo…

motta di supersano

Il prof. Paul Arthur (Università del Salento) ha individuato in questo suggestivo sito una di queste “motte”, di cui possiamo vedere una bellissima ricostruzione nel “Mubo”, il Museo del Bosco di Supersano, un suggestivo contenitore con cui il Comune e l’Università hanno reso fruibile al pubblico questa inaspettata realtà…

ricostruzione motta di supersano

Esattamente uguale a quella storica, riprodotta nell’Arazzo di Bayeux, col quale si celebra la conquista normanna dell’Inghilterra del 1066…

arazzo di bayeux

Proprio dall’Inghilterra ci arriva un altro esempio dell’opera dei Normanni. Sotto vediamo la Motta di Oxford.

motta di oxford

La Motta di Supersano offre un vastissimo panorama dalla sua cima, ancora oggi, nonostante le dimensioni non siano più le originarie…

motta di supersano2

Fra gli altri studiosi dei secoli passati, anche Antonio De Ferraris, detto il Galateo, fu attirato grandemente da questi monumenti giganteschi, in particolare lui descrisse Specchia Calone, alla fine del Quattrocento (oggi non più esistente, foto d’epoca sotto), non raccapezzandosi molto circa il suo uso e costruzione…

Nel Salento ne sono rimaste tante, disseminate ovunque, da nord a sud. La più possente forse è Specchia Miano, nel territorio di Ceglie Messapico…

…la più fascinosa forse Specchia dei Mori, a Martano…

specchia dei mori

Specchia dei Mori

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specchia del corno a ugento

Specchia del Corno, a Ugento.

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Specchia Caggiune, presso Galugnano.

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Li Specchi, a Racale.

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Qui sotto siamo presso la specchia di Pozzo Mauro, in agro di Presicce, in un territorio che vide l’esistenza di un casale medievale…

…ed anche qui, come in quasi tutti i casi, la specchia è costruita in un luogo posto già in altura: e il paesaggio che si può osservare da qui sopra è molto vasto.

L’arco jonico salentino presenta una lunga lista di specchie: qui siamo in agro di Racale, a specchia Sciuppano…

…dalla cui sommità si osserva anche il mare.

Qui sopra invece siamo presso l’antica chiesa della Madonna dell’Alto a Felline: anche qui, in posizione sopraelevata si erge un’altra specchia.

A seguito di un gran lavoro degli archeologi, nel 2008 fu presentata a Ugento un’importante scoperta.  Siamo in località Artanisi, dove lo studio della specchia ha rivelato uno dei più imponenti monumenti protostorici del mediterraneo. Ampia 60 metri e risalente alla prima metà del secondo millennio a. C.  Specchia “Artanisi” era un sontuoso monumento sepolcrale. Sotto la sua montagna di pietre si conservavano diverse tombe con corredi funerari che hanno permesso anche la definizione cronologica del contesto. Le quattro tombe rinvenute (ma potrebbero essercene altre) hanno fornito importanti informazioni su alcune caratteristiche culturali della civiltà protoappenninica, la cultura che ha abitato il contesto dell’Italia meridionale nell’Età del Bronzo. Le caratteristiche delle tombe permettono di comprendere il livello e la raffinatezza raggiunte da questa civiltà: si tratta di tombe a cassa di lastroni monolitici al cui interno era deposta la sepoltura, assieme a vasellame tipico dell’età del Bronzo, brocche e ciotole. Le dimensioni delle casse e la presenza di corridoi di accesso permettono di parlare di vere e proprie “camere sepolcrali”. Importante dato sulla complessità delle tombe è la realizzazione del piano di pavimentazione, eseguito mediante uno strato di terra che aveva la funzione di regolarizzare il sottostante banco roccioso, sul quale veniva posizionato un lastrone di pietra, che fungeva da piano pavimentale della tomba. Questi dettagli forniti dagli archeologi ci fanno ben capire l’importanza di queste strutture e della civiltà che le volle erigere, in una terra posta quasi al livello del mare.

Certo, affacciarsi da quassù ad osservare il Salento, regala sempre forti suggestioni, in una terra dove non si è abituati a grandi alture! Oltre a librarsi nell’aria, immaginando un tempo, ed una vita, assai lontani dal nostro ritmo di vita quotidiano. Di seguito, vi lascio un mio video documentario.

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Specchia Silva e le sue sorelle

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