Il mio personale censimento dei frantoi salentini è giunto con questa visita al numero 134 (vedi) e stavolta la discesa nel suo sottosuolo mi ha portato davanti al nome di Dio inciso sulle sue pareti, dal “capitano” di questa nave sotterranea, come era immaginata dai frantoiani-marinai che vi lavoravano. Un pensiero che non ho mai riscontrato altrove, ma che certo doveva essere ricorrente fra le persone che qui svolgevano un lavoro durissimo per 6 mesi l’anno.
Il frantoio si tr...
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