Dintorni di Galatina, al calar delle tenebre, nel solco di un’atavica tradizione intrisa di magia e superstizione, si leva in volo la civetta, profetessa di sventura e demoniaca messaggera di maghi e streghe nonché complice dei loro sortilegi. La signora della notte, sacra ad Athena, si posa tra le fronde degli alberi e gli incavi delle rupi per modulare un canto stridulo e malinconico per certi versi lugubre a tratti inquietante. Nel bene o nel male in solitudine rimane appollaiata nel buio a scrutare i comportamenti irrazionali degli uomini,
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