Cookie Consent by Free Privacy Policy Generator website Terme e ninfei dell’antico Salento

Terme e ninfei dell’antico Salento

Le vie dell’acqua nel Salento, come abbiamo visto già in un altro articolo, sono infinite. E questo nonostante il territorio sia privo di fiumi e corsi d’acqua consistenti, difficoltà che non ha impedito alle antiche civiltà di evolversi e prosperare ugualmente. Ma l’acqua non veniva utilizzata solo per le esigenze vitali. In questo piccolo viaggio vedremo come sia stata fonte pure di relax e benessere psicofisico!

Furono gli antichi romani a fare delle terme e i ninfei un luogo imprescindibile, un santuario del corpo, della sua pulizia, un momento fondamentale della giornata quotidiana. Momento in cui si socializzava, si tessevano trame segrete o semplicemente ci si rilassava. Le ville romane sono disseminate, specialmente lungo la costa jonica, e ognuna aveva questa sua speciale alcova del benessere…

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Sontuosa è la villa situata sulla costa di Leporano, davanti al mare e alla torre aragonese di Saturo…

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Molte di queste ville sono ormai rimaneggiate. Sotto siamo in agro di Pulsano, in località Lido Silvana: qui, purtroppo, il sito è letteralmente inghiottito dall’avanzare delle onde…

lido silvana pulsano

…restano pochi elementi architettonici, oltre ad un piccolo pavimento mosaicato, ancora visibili ai bagnanti che affollano questa costa in estate…

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Qui siamo il località Torre Ovo, sempre sulla costa tarantina. Anche qui c’era una villa romana, ma di questa è rimasto solo un lembo di pavimento a tessere…

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Sopra, lo splendore delle terme di Egnazia. Una città fondamentale, sia in epoca messapica che romana. Da qui partivano cruciali vie di comunicazione, che incrociavano le statio militum, una sorta di stazioni per il cambio di cavalli, che erano fornite di grandi terme, attrezzate per la sosta dei viaggiatori. Infatti, partendo verso il sud del Salento se ne incontravano diverse, ed a intervalli regolari. Una visita merita anche il parco archeologico di San Pietro degli Schiavoni, un quartiere romano dove si notano ancora oggi le tracce delle terme che vi erano in loco (vedi qui).

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Le terme romane di Malvindi, oggi in agro di Mesagne…

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…ma anche Valesio, una ex città messapica, dotata dai romani di un grande impianto termale, abbellito da stupendi pavimenti a mosaico…

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Presso Galatina, al confine col feudo di Sogliano, si erge l’antica chiesa di Santa Maria della Porta. Un sito straordinario, che ha restituito reperti che ci riportano ai Messapi, ai loro culti di Afrodite. Ma anche un luogo che la tradizione associa al passaggio dell’apostolo Pietro, e che nell’epoca dei monaci eremiti vide il nascere di questo singolare tempio cristiano…

Santa Maria della Porta

…un luogo che, nei meandri del suo cuore sotterraneo, scavato nella roccia, nasconde un grazioso ninfeo…

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…un posto veramente affascinante… con le pareti adornate di conchiglie…

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Ma è a Lecce che scopriamo i ninfei più caratteristici. Quello più cercato dagli studiosi è ovviamente il ninfeo di Maria d’Enghien, all’interno della Torre di Belloluogo

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…qualcuno ha creduto di riconoscerlo negli ambienti dove successivamente sorse il frantoio…

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…ma più probabilmente si trova qui, in quest’altro luogo, sempre nascosto dal costone roccioso e voltato a botte, decorato con cura e fregi floreali. Non vi è comunque prova storica, di questo.

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Nei pressi della Torre del Parco fu scoperto nel ‘700 un altro ninfeo. All’interno del convento degli Olivetani, probabilmente ricavato dalla cava che fornì i conci per la costruzione del complesso, si trova il ninfeo citato dall’Infantino nella sua “Lecce sacra”…

Qui, i monaci ospitavano senz’altro i viandanti e i viaggiatori…

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…non mancano i sedili di pietra… ed un panorama dell’incavo, visto dall’alto, veramente affascinante…

La struttura a cerchi concentrici mi ricorda la domus de janas di Putifigari (si tratta di sono strutture sepolcrali preistoriche costituite da tombe scavate nella roccia tipiche della Sardegna prenuragica), ma ovviamente non voglio stabilire connessioni fra le due cose! Condivido comunque il fascino della foto (sotto) tratta dal profilo FB di Tuscia Arcaica…

La Lecce dei ninfei ha altre sorprese. Qui sotto siamo all’interno della ex villa Della Monica…

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Oggi il complesso fa parte del convento francescano di Fulgenzio…

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…è forse il più spettacolare di tutti… con le pareti interamente decorate con conchiglie… che raffigurano vari soggetti…

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Nel fossato del castello di Parabita, l’amico Aldo D’Antico mi mostra un altro ninfeo, di cui ignoravo l’esistenza! Purtroppo è abbandonato e ricoperto dagli sterpi, meriterebbe altra sorte, ma spero sempre che ciò accada. Chiudiamo con quello forse più suggestivo in assoluto: il ninfeo di Masseria Papaleo, sita fuori le mura della città antica…

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Lo chiamano il ninfeo delle Fate, per via delle affascinanti e delicate figure scolpite lungo le pareti…

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…i colori degli intonaci trasportano il visitatore in un’atmosfera incantata…

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Questa sala, in particolare, perfettamente sferica, seguita lungo il perimetro da un sedile di pietra, è degna d’attenzione…

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Un mondo veramente incantato, sembra confermarci questa ninfa con i capelli raccolti fanciullescamente in due trecce. Un mondo che oggi è tornato a nuova vita, grazie agli interventi di restauro operati recentemente. Un dono, per le comunità future, oltre che quelle contemporanee, la fruizione di un così singolare patrimonio! Chiudo con questo video racconto dei ninfei di Lecce, per una esposizione più completa sugli scrigni rinascimentali della città!

 

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