La Grecìa Salentina custodisce un territorio ricchissimo di tracce storiche a cielo aperto, che una semplice passeggiata fa subito saltare agli occhi. In questo piccolo itinerario fra Carpignano Salentino e il bellissimo insediamento di Torcito, salvato dal degrado dall’opera della Provincia, si spalancheranno agli occhi i colori vividi della Storia.
Partiamo dalla periferia di Carpignano, dal sito della bellissima torre colombaia d’epoca orsiniana, un luogo veramente interessante perché pare nascondere un ipogeo, oltre quello posto all’interno dell’adiacente Santuario della Madonna della Grotta, che però è nascosto da un enorme quantità di rovi.
Saltano agli occhi queste due strutture voltate a botte, che sembrano riportarci alle neviere che abbiamo già visto in giro per il Salento.
Poco più in là si nota, purtroppo non bene in fotografia, una struttura in parte crollata che si inabissa sotto il banco roccioso, completamente coperto dai rovi…
Però se si gira attorno a questa struttura, si può scoprire un’apertura. E’ alta appena 30-40 cm, questa volta non mi ci posso infilare!
Però, allungando dentro il braccio, riesco a sbirciare con la macchinetta…
Forse è un effetto ottico, ma la parete sembra intonacata d’azzurro…
Lo spazio sembra molto ampio, e completamente staccato da quello di cui si intravede appena in crollo. Un mistero il suo utilizzo! Magari uno scavo in questo sito, pieno di cocci di ogni genere intorno, potrebbe far raccontare agli archeologi qualcosa di importante.
Attraversando i campi incontriamo tanti caratteristici ripari, tra i quali colpisce questa casa…
E’ rimasta quasi intatta, poetica testimonianza di storia minima degli abitanti di questa zona. Conserva ancora il tipico tetto a canne, una tradizione che si trascinava dal Medioevo.
Arriviamo in agro di Cannole, davanti alla bellissima Masseria Torcito, un sito di grande importanza già nel XIII secolo.
Imponente la grande strada carraia che porta dritta all’edificio.
Sulla sinistra si scorgono una neviera ed una grande cisterna, che denotano la ricchezza dell’insediamento.
Queste due strutture erano servite da una deviazione che si inserisce nella via principale carraia.
Sopra, uno scorcio della necropoli medievale, cominciata ad usare a partire dal XIII secolo.
A ridosso dell’ingresso alla masseria si scorge una grossa copertura, ricavata da un unico lastrone monolitico…
L’interno, dove purtroppo i passanti gettano ogni sorta di spazzatura, lascia un dubbio circa il suo utilizzo: forse un’altra cisterna, ma la forma potrebbe pure far pensare ad una grande foggia, un notevole contenitore di derrate alimentari.
Altre fogge? Qui il banco tufaceo è stato lavorato ad ogni metro, per piegarlo all’utilizzo della comunità.
E’ sorprendente infatti quante cisterne siano state realizzate nel complesso.
Un’altro settore della necropoli citata si trova sopra una cripta. Questo è un ipogeo molto intrigante. Al suo interno c’è uno scavo a forma quadrata che mi ha fatto pensare ad un altro fonte battesimale paleocristiano, tipo quello nascosto sulla serra dell’Alto a Campi.
Tuttavia penso sia più logica l’ipotesi dell’archeologo Cristiano Donato Villani che la considera una vasca di raccolta delle acque piovane, incanalate dal corridoio di accesso. Ma tutto questo sito nasconde una lunga e affascinante storia. Nell’antica chiesetta medievale venne ritrovata una moneta, un denarino di Corrado di Svevia. Accanto alla chiesa era presente un ricovero per i pellegrini, che smise di funzionare dopo le distruzioni operate dai turchi, probabilmente quelle del 1480. La pace che si respira in queste amene campagne, una volta ricche di lavoro e di vita, sono da consigliare a chiunque ricerchi una tranquillità… creativa!
che ringrazia l’amico Cristiano Donato Villani
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