Il territorio di Uggiano La Chiesa riserva ancora sorprese riguardo il suo patrimonio storico rupestre: dopo la chiese in rupe, i frantoi e grotte di ogni tipo, stavolta siamo incappati in un ambiente diverso dal solito.
Ci troviamo nelle campagne del borgo, in direzione mare, all’interno di un uliveto, un territorio di cui si fece anche una cava, in passato.
All’interno di questa cava è sopravvissuta questa opera di scavo nella roccia, un quadrato perfetto, di 5 metri per lato. Vi sono due ingressi, quello principale sembra quello sulla destra, la cui architrave è caduta, con l’abbandono.
Appena entrati, si nota subito una vasca rettangolare più piccola, spostata appena sulla sinistra, e sulla parete di fronte, una nicchia scavata nella parete al centro, mentre ai lati si aprono due aperture.
Questa è la visione dell’accesso, dall’interno. L’accesso si trova a est…
…qui sopra vediamo la parete nord, sotto la quale un lungo sedile scavato nella roccia inizia a correre per tutto l’ambiente, su tre lati.
Qui sopra vediamo la parete sud, anch’essa fornita di due vani scavati…
…e mostra alcuni graffiti. Qui vediamo una prima croce patente…
…una data, che potrebbe farci capire il periodo in cui il luogo era operativo, ma i numeri sembrano sovrapposti e non sono riuscito a decifrarla…
Accanto alla nicchia grande c’è un’altra croce, appena percepibile…
…mentre questa è molto più ricercata, e presenta anche il simbolo del Golgota, sotto la Croce.
Al lato della parete ovest c’è un interessante scavo angolare…
…che reca in alto un’apertura verso l’esterno…
…un foro perfetto, quindi volutamente creato dai costruttori di questo ambiente.
Al centro, accanto alla vasca, ci sono due evidenti basi per un torchio…
…come dimostra anche la visione dall’alto. Tutto lascia pensare ad un ambiente per la lavorazione dell’uva, un palmento.
Uscendo, si nota il foro dove si allocava una lampada ad olio per l’illuminazione.
All’esterno ce n’è un altro, angolare.
Posteriormente sta crescendo un ficus, ma l’ambiente è ancora in buone condizioni. E’ stato anche salvato dalla nascita della cava circostante, all’epoca.
L’amico archeologo Cristiano Donato Villani mi conferma l’idea che si tratti di un palmento, ma mi suggerisce anche un’ipotesi molto affascinante, considerando la possibilità che in origine questo ambiente potesse essere una piccola chiesa rupestre. Ringrazio di tutto cuore la cara amica Ada Cancelli, che me ne ha segnalato l’esistenza: anche lei, come me, nei giorni liberi scorrazza in lungo e in largo per il Salento, ma confesso che qui non so se ci sarei mai arrivato!
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