Albania, piccola terra antica, popolo fiero e irriducibile come il loro eroe nazionale, Giorgio Castriota Skanderbeg, abitata da genti che parlano una lingua assai singolare fra quelle europee… un piccolo mondo tenuto saldamente insieme dalle sue grandi querce e le alte montagne… un viaggio nell’anima di una Storia impastata di resistenza… come quella delle aquile che la sorvolano, laddove a quelle altezze manca quasi l’aria.
Questo faremo oggi, in un affresco visivo, che parte dalla baia di Valona, laddove partirono i turchi nel 1480 per distruggere l’altra sua faccia della medaglia della sponda opposta, il Salento. Un viaggio a ritroso, rispetto a quello, al contrario pieno d’affetto, per un popolo col quale i Messapi hanno radici comuni nel dna balcanico di questa terra.
Sbarcati, nonostante soli 70 km, un altro mondo si apre davanti, più aspro, sanguigno, dove i muli aiutano ancora l’uomo nella sua vita…
Chiese ortodosse sono disseminate in angoli nascosti ed inaspettati…
…laddove icone bizantine brillano del loro tipico oro, della loro classica luce orientale…
Poi, campi e montagne, si amano sulla tavolozza del grande pittore di questa terra…
Rudi venditori di cipolle si nascondono dall’obiettivo, come dal vicino mare…
Le montagne ci invitano ad attraversarle, per incontrare Voskopoje, stupendo borgo incantato dove l’orologio segue tutt’altro ritmo di quello classico occidentale…
Una torretta fa da ingresso al chiostro di un monastero dimenticato… accudito dall’ultimo monaco solitario… mite e gentile, con ogni viandante…
Il monaco accoglie i turisti, spiega loro la chiesa, i suoi affreschi, la sua storia…
Il viaggio continua… alla cui velocità qui ognuno segue come sente… sorriso in volto…
Dopo la fine dell’Impero Ottomano, che tenne l’Albania per 500 anni, fin quasi a snaturarla, sono risorte le chiese ed il rito ortodosso…
Coloratissimi mercati della frutta, all’ombra di minareti…
Percorrendo l’entroterra in direzione est, si arriva in Grecia, nella splendida ed antica città di Salonicco…
Anche qui, immersi fra civiltà classica e i templi cristiano-ortodossi…
Qui sopra siamo a Ioànnina (in greco Ἰωάννινα), periferia dell’Epiro… Finora abbiamo viaggiato attraverso gli occhi dell’amica Tiziana Colluto, che ringraziamo per le sue splendide fotografie… ora proseguiamo attraverso quelle dell’amico Mino Finiguerra, e torniamo in Albania…
Sopra, conservato in un preziosissimo Museo, il copricapo di Skanderbeg, quello che gettava nel terrore i turchi che non riuscirono mai a sconfiggerlo…
Sopra, invece, i primi scavi della Basilica paleocristiana ritrovata a Durazzo, in una foto scattata proprio durante gli scavi…
Chiudiamo la carrellata con la rocca di Kruja, la mitica cittadella che resistette oltre 25 anni ai bombardamenti turchi, fino ad oltre la morte di Skanderbeg. Capitolata essa, cadde l’Albania per mezzo millennio. ma per questa storia di coraggio che va oltre le stesse capacità umane rimandiamo il lettore ad un romanzo, quello di Ismail Kadaré, grande figlio dell’Albania, più volte in odore di premio Nobel per la Letteratura. Il libro si chiama “I tamburi della pioggia”. Dedicato a chi voglia approfondire il viaggio in questa terra per cui le parole non basteranno mai!
(che ringrazia di cuore gli amici Tiziana Colluto e Mino Finiguerra per la concessione di queste bellissime fotografie)
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Devi sapere che In Grecia, Albania e ovveste Balcani vivono i Vlachi o Valacchi (Arumeni dopo la lingua locale) Sono 2 lavori su questi minoritari balcanici e loro patrimonio:
https://wordpress.com/view/octavian443751826.wordpress.com
grazie della partecipazione e le segnalazioni, Octavian!