Cambogia, un Paese dove la natura selvaggia è intrecciata con la vigoria della gente che la abita, una terra dove la presenza umana è antichissima, risale infatti al Paleolitico, ed è testimoniata da numerosi rinvenimenti archeologici, specialmente manufatti in terracotta, i più antichi di tutto il Sud-Est Asiatico. La vitale coltivazione del riso fu importata nel III millennio a.C.
Da quel momento in poi crebbe costantemente la popolazione, in questo angolo di mondo dalla natura straripante ed i colori vividi e dirompenti.
Un viaggio a queste latitudini, in piena area equatoriale, in una regione monsonica, è sempre un avventura per un occidentale.
Il 90% della popolazione è di etnia khmer, ma ci sono anche vietnamiti e cinesi, oltre a piccole tribù di pescatori e villaggi rurali.
Qui la stragrande maggioranza della popolazione è buddista, ma si riscontrano anche minoranze cristiane e musulmane: vige infatti totale libertà di culto.
Per le sue bellezze naturalistiche, ovviamente, il Paese è diventato un’attrazione turistica, per gli amanti degli scenari esotici, e non solo…
L’amica Heidi Rizzo, regista e “camerawoman” provetta, ci concede le sue foto ricordo di un recentissimo viaggio…
Scenari esotici, si diceva, alternati ai grattacieli della moderna città…
Sui fiumi cambogiani passa una fetta importante dell’economia del Paese, specialmente sul Mekong, lungo 4500 km è fra i più imponenti fiumi asiatici, il decimo al mondo.
Angkor Wat è il celebre tempio khmer situato presso la città di Siem Reap. Fu costruito fra il 1113 e il 1150…
…è il più grande monumento religioso al mondo…
…originariamente concepito come un tempio indù, fu nei secoli trasformato in un luogo sacro buddista…
E’ l’unico tempio ad essere rimasto un importante centro religioso fin dalla sua fondazione, rappresentando uno dei punti più alti dello stile Khmer.
Angkor Wat è orientato ad ovest. Gli studiosi sono divisi sul significato di questa scelta. L’ipotesi più probabile è che si tratti del mausoleo di un re. Il complesso viene ammirato per la sua grandiosità della sua architettura e i suoi grandi bassorilievi.
Il nome Angkor Wat significa “Tempio della città”.
Angkor Wat divenne popolare in Occidente solo alla metà del XIX secolo, grazie alla descrizione dell’esploratore francese Henri Mouhot, che così scrisse: uno di questi templi (un rivale per quello di Salomone, ed eretto da qualche antico Michelangelo) potrebbe avere un posto d’onore accanto ai nostri edifici più belli. È più grandioso di qualsiasi cosa ci abbiano lasciato i greci o i romani, e contrasta tristemente con la situazione selvaggia in cui versa ora la nazione”.
Angkor Wat è una combinazione unica tra il tempio-montagna, cioè il progetto standard per i templi nazionali dell’impero, e il successivo piano di gallerie concentriche. Rappresenta il Monte Meru, la casa degli dei: le cinque torri centrali simboleggiano i cinque picchi della montagna, mentre le mura e il fossato simboleggiano le montagne e l’oceano che la circonda.
L’accesso alle zone più elevate era via via sempre più esclusivo, e le persone normali erano ammesse solo nel livello più basso.
Statue, bassorilievi, tutta l’architettura è un tripudio di forme e immagini.
Pescatori e monaci buddisti, sono l’emblema del Paese!
Il muro più esterno del tempio, lungo addirittura 1025 metri per 802 metri di larghezza e alto 4,5 metri, è circondato da una fascia di terreno libero e da un fossato, che ha il compito di accogliere le acque monsoniche stabilizzando la falda sottostante. Un’opera di alta ingegneria, testimonianza ulteriore della perizia e l’abilità che questo popolo raggiunse già mille anni fa!
Un viaggio da consigliare, agli amanti di antiche culture, genti genuine, natura selvaggia e mare incontaminato!
(grazie alla cara amica Heidi Rizzo per averci fatto partecipi del suo viaggio!)
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